09 Luglio 2020

Un legal procurement internazionale? Prove tecniche nel laboratorio di 4cLegal

ALESSANDRO RENNA

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Abstract

La crisi legata al COVID-19 ci ha portato preoccupazioni e inquietudini, ma ci ha anche offerto tempo per riflettere, progettare e iniziare a costruire un futuro diverso. Nel nostro settore, ci piace pensare che stia prendendo corpo un percorso di leadership tutto italiano, nel quale un’innovazione valoriale e tecnologica può condurre a una profonda evoluzione del legal procurement a livello internazionale.

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Austria, Azerbaijan, Belgio, Croazia, Danimarca, EAU, Francia, Germania, Hong Kong, Irlanda, Kazakistan, Nigeria, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Rep. Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Spagna, USA, Sud Africa, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria, Uzbekistan.

Questi sono i Paesi nei quali risiedono gli oltre 500 avvocati che hanno chiesto di accreditarsi nella piattaforma panel.4clegal.com quali esperti nelle più diverse materie e industry. Sono professionisti che hanno inserito informazioni, documenti e dettagli sulle loro competenze ed esperienze per qualificarsi nei panel internazionali dei clienti 4cLegal. 

È un dato importante, vediamo perché.

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Nel 2014, 4cLegal ha proposto al mercato un profondo, ma soprattutto strutturale, cambiamento nelle modalità di incontro tra domanda e offerta di servizi legali, ovvero nelle modalità con cui le imprese scelgono gli avvocati con i quali lavorare.

Potremmo descrivere la nostra proposta distinguendo tra i valori che la fondano e gli strumenti che la realizzano. In breve:

  1. quanto ai valori, ci riferiamo a trasparenza, tracciabilità, concorrenza e competenza. Questi dovrebbero essere principi da applicare, con la necessaria e opportuna discrezionalità, nella scelta degli avvocati che prestano assistenza a un’impresa;
  1. quanto agli strumenti, per realizzare la nostra proposta abbiamo creato una piattaforma digitale che svolge due principali attività:
  • il c.d. “accreditamento”, ossia un processo di raccolta e verifica di documenti e informazioni relativi a dati anagrafici, esperienze, competenze, skills ecc., che i professionisti inseriscono per “qualificarsi” ed essere ammessi nei panel delle imprese clienti di 4cLegal. Si tratta di una “due diligence” verticale per i professionisti associata a un servizio di verifica e aggiornamento svolto da 4cLegal;
  • il c.d. “beauty contest digitale”, ossia una procedura comparativa nella quale professionisti invitati dall’impresa formulano la loro offerta specificando con il migliore grado di dettaglio possibile le loro esperienze e competenze più rilevanti nella materia in questione, la loro strategia di gestione dell’incarico e gli eventuali “asset” messi a disposizione del cliente (es. tool informatici, capacità di coordinamento su più giurisdizioni), unitamente ai costi per le loro prestazioni professionali. Vince il migliore, da un punto di vista oggettivo.

Questa proposta, come abbiamo evidenziato negli anni, trova nella sua banalità il principale punto di forza. Disporre di informazioni aggiornate e puntuali e applicare un principio di scelta basato sulla comparazione di più alternative è in effetti semplicemente banale. Non è altro che quello che facciamo quando dobbiamo compiere qualsiasi scelta di acquisto che richieda una qualche misura di ponderazione. Con 4cLegal è quindi possibile continuare “a essere se stessi” anche quando si sceglie un avvocato e si acquista un servizio delicato quale è il servizio legale (che peraltro viene acquistato non per sé ma per un soggetto terzo, che è l’impresa per cui si lavora).

Voglio sapere quali avvocati sono esperti di privacy in Slovacchia o quali esperti di antitrust in Spagna? Mi serve entrare in contatto con avvocati in Nigeria che sanno il tedesco o con avvocati italiani che sono regolarmente speaker in convegni su temi di M&A? Oggi posso, costruendo la mia directory e basando l’accreditamento su informazioni confermate dai clienti degli avvocati che intendo accreditare (con una procedura, pienamente rispettosa dei canoni deontologici applicabili, che costituisce know-how proprietario di 4cLegal).

Questa impostazione è non soltanto una soluzione di compliance agli obblighi di trasparenza e tracciabilità previsti dalle policy aziendali in materia di acquisti, ma anche una risposta al problema dell’asimmetria informativa che caratterizza il mercato legale e che rende complesso trovare “veri esperti” e comparare diverse alternative.

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La nostra proposta è stata condivisa da molti importanti operatori multinazionali ed è stata esportata in numerosi Paesi del mondo con grande interesse soprattutto in coloro -tra i professionisti- che l’hanno vista come un’opportunità per comunicare a nuovi potenziali clienti le loro competenze ed esperienze distintive. Perché mentre per le imprese il tema è quello di una selezione trasparente e consapevole, per i professionisti il risvolto positivo di questa costruzione è la possibilità di portare il proprio know-how a conoscenza di operatori che stanno cercando lo studio professionale con cui lavorare.

Tutto questo con buona pace di chi -spesso per difendere rendite di posizione- avversa l’accreditamento e il beauty contest digitale quali pratiche che non valorizzerebbero adeguatamente la “qualità” che caratterizza la prestazione professionale. Come si è visto, è vero esattamente il contrario.

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Mentre vi scrivo sto lavorando con il nostro team a un processo di selezione piuttosto complesso, nel quale un primario operatore del settore Construction ci ha chiesto supporto per selezionare gli studi legali ai quali affidarsi per seguire, in otto Paesi europei, tre diverse e importanti aree tematiche. Oltre alla parte “digitale” della selezione, sono in corso interviste preliminari con avvocati che risiedono in tutta Europa e che stanno apprezzando un approccio focalizzato sul merito e non (soltanto) sulla relazione e su un posizionamento tralatizio.

Questo Gruppo si è rivolto a 4cLegal perché non vi sono altri operatori europei specializzati nel legal procurement con un affaccio multinazionale. È un’ulteriore conferma che il modello proposto quasi sei anni fa, e raffinato nel tempo, funziona e segue logiche condivisibili oltre i confini del nostro Paese. Non senza suscitare sorpresa, però.

Mi ha infatti stupito la considerazione del senior partner di uno studio legale internazionale coinvolto nel processo il quale ha candidamente affermato “Generally, selection processes like this are not managed from Italy”. Ho sorriso e mi è venuto semplice rispondere con una battuta (“sometimes miracles happen”). La verità è però un’altra. Penso infatti che quello che sta succedendo non sia un caso (o un miracolo) ma piuttosto la conseguenza di un lavoro iniziato parecchio tempo fa con la fiducia di molti operatori che hanno creduto in noi e continuano a farlo. Se è così, vuol dire che il laboratorio di 4cLegal può definire una nuova area di leadership tutta italiana.

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