Nella complessità della crisi ecologica contemporanea emerge con sempre maggiore evidenza un legame profondo tra sostenibilità e universo femminile, con l'Italia che vanta numerose protagoniste in questo campo. Le donne non sono semplici custodi della natura, ma protagoniste di un cambiamento radicale che supera la sola conservazione delle risorse per abbracciare un nuovo paradigma: la rigenerazione. Questa visione trasformativa implica sia arrestare il degrado ambientale, sia attivare processi che rivitalizzano ecosistemi e comunità, creando le condizioni per un futuro realmente fiorente.
La leadership femminile nella sostenibilità rigenerativa in Italia si ispira profondamente a Vandana Shiva, fisica e attivista indiana che ha rivoluzionato il pensiero ecologico globale. Shiva, con il suo concetto di Earth Democracy, ha introdotto una visione in cui la rigenerazione dei suoli, delle sementi e delle comunità diventa un atto politico. Silvia Stefanelli rappresenta un’interprete originale di questa visione: attraverso Gaialab, ha creato un ponte tra scienza, design e attivismo ecologico, sviluppando modelli ispirati all’intelligenza adattiva degli ecosistemi naturali.
Gioia Gibelli incarna perfettamente la visione ciclica che contrasta i modelli lineari estrattivi: come architetta del paesaggio ha sviluppato un approccio basato sul concetto di “paesaggio resiliente”, in cui il territorio è visto come un organismo vivente. I suoi progetti non si limitano a ripristinare aree degradate, ma attivano processi evolutivi autosostenibili. Il suo lavoro sui servizi ecosistemici dimostra come paesaggi sani generino benefici tangibili per le comunità.
Le pratiche rigenerative italiane prendono forme diverse attraverso figure come Livia Giuggioli Firth, fondatrice di Quinto Sapore, un progetto di agricoltura rigenerativa basato su agroforestazione e permacultura. Annalisa Corrado, oggi eurodeputata, con il progetto Green Heroes ha raccontato storie di imprenditoria trasformativa. Lara Ponti, alla guida dell’omonima azienda alimentare, ha trasformato un’impresa tradizionale in un laboratorio di rigenerazione territoriale.
L’educazione rappresenta un ambito cruciale per la diffusione del pensiero rigenerativo. La visione dell’ecologia profonda di Vandana Shiva ha ispirato in Italia percorsi formativi che uniscono giustizia ambientale e sociale. La trasmissione intergenerazionale di conoscenze ecologiche, storicamente affidata alle donne nelle comunità rurali, si rinnova oggi come leva per un cambiamento culturale duraturo.
Il passaggio da una società meramente sostenibile a una società rigenerativa richiede un cambiamento radicale nella nostra relazione con il vivente. La visione portata avanti da queste pioniere italiane valorizza la rete di interdipendenze tra esseri umani e natura. Il concetto di cura rigenerativa, inteso come azione attiva di nutrimento di sistemi naturali e sociali, rappresenta un tratto distintivo dell’approccio femminile. Riconoscere e sostenere questa leadership significa arricchire il repertorio di soluzioni per un futuro capace non solo di resistere, ma di fiorire attraverso cicli continui di rigenerazione.