07 Giugno 2022

Le nuove disposizioni FIA sulla sicurezza in F1 e le proteste dei piloti: è la strada giusta?

DAVIDE BEATRICE

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Abstract

Con l’approvazione delle nuove misure in materia di sicurezza in F1 si è aperta un’accesa polemica tra federazione ed alcuni piloti del Circus sulla bontà di tali decisioni. Attraverso un’analisi di quanto disposto e delle critiche a ciò mosse, si cerca di comprendere se, e fino a che punto, le scelte per cui si è optato rappresentino un passo in avanti o una regressione per lo sport.

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Le scelte della Federazione


Con l’avvento del GP di Miami, di cui si è svolta quest’anno la prima edizione, il direttore di gara e la federazione hanno provveduto ad implementare alcune misure in tema di sicurezza che ormai da tempo erano state inserite nel pool di quelle misure “minori” ma necessarie.
Le disposizioni a cui si fa riferimento sono contenute nelle note di gara dell’evento in questione e vanno a novellare quanto disposto nell’appendice L dell’International Sporting Code al capitolo III. Le modifiche riguardano l’art.2 e l’art.5.
Partendo dalle novità introdotte nell’art.2, rubricato flame resistant clothing è stata aggiunta alla lista degli indumenti la biancheria intima dei piloti, la quale, alla stregua di guanti e balaclava, deve essere omologata secondo gli standard FIA 8856-2018.
Tale criterio impone che gli indumenti siano ignifughi (1) . Questa previsione è stata fornita inoltre di una clausola d’eccezione, la quale dispone: “In caso di comprovate ragioni mediche, può essere indossato abbigliamento intimo non approvato dalla FIA tra la pelle del pilota e la biancheria intima obbligatoria approvata dalla FIA. In ogni
caso l’uso di materiali sintetici o non ignifughi a contatto con la pelle del pilota non è autorizzato” (2) .
A tale modifica va aggiunta quella prevista per l’art.5 rubricato Wearing of jewellery, che recita: “Indossare gioielleria sottoforma di piercing o catenine è proibito durante le competizioni e quindi può essere verificata la sua presenza prima della partenza” (3) . Questa verifica avverrà senza preavviso e pone la responsabilità in capo ai team riguardo il suo rispetto.

 

Le proteste dei piloti

Queste norme, in apparenza di natura minoritaria, hanno generato una serie di polemiche molto aspre da parte dei piloti. Le due dimostrazioni più eclatanti di tale avversione sono rinvenibili nei gesti di protesta svolti da Lewis Hamilton e Sebastian Vettel.

Il primo si è presentato nella conferenza stampa del venerdì adornato da diversi orologi, collane ed anelli, al fine di esprimere il suo forte dissenso.

A questa protesta si è unito un altro campione del mondo, Sebastian Vettel, il quale si è presentato in pista con dell’intimo al di sopra della tuta ignifuga, generando l’ilarità di tutto il paddock.

Le proteste in questione, al netto del loro aspetto folcloristico, volevano evidenziale come le nuove prescrizioni impattassero negativamente la libertà dei piloti, facendo venir meno una serie di routine ed abitudini legate spesso anche alla scaramanzia e che sono parte integrante della vita di un pilota.

Oltre a ciò si voleva palesare un certo malessere legato alla tendenza, recente, di iper regolamentare in tema di sicurezza, questione che spesso può comportare scelte non del tutto giustificate e capaci di danneggiare lo spettacolo.

 

È la strada giusta?

Partendo da quanto precedentemente esposto può sembrare che i piloti in questione stiano perorando una battaglia più che ragionevole, ma così non è.

Le scelte della federazione, pur se limitanti la libertà dei piloti, hanno lo scopo di tutelare un bene giuridico ben più rilevante, la loro sicurezza. Bisogna considerare che, in caso di incendi, le temperature raggiunte possono comunque provocare danni, anche in presenza di tute ignifughe. Detto questo è facile immaginare le conseguenze che può comportare l’avere indosso gioielli che, per loro natura, posseggono un importante conduttività di calore oppure biancheria intima sintetica. A ciò va aggiunto che le forze G raggiunte in un impatto sono molto significative, viste le velocità dalle monoposto, e che quindi la rottura di un gioiello in un impatto potrebbe addirittura ferire il pilota, oltre che rallentarne considerevolmente le operazioni di soccorso.

Come specificato dal direttore di gara Niels Wittich: “l’utilizzo di biancheria sintetica e di gioielli rischia di minare l’effettività delle misure ignifughe presenti nonché ampliare l’alea in caso di incidenti”[1].

In limine, risulta dunque opportuno sottolineare come la decisione presa dalla Federazione e dal direttore di gara sia più che corretta, al fine di ridurre in modo ponderato i fattori di rischio nell’ambito del motorsport. Tali prescrizioni, oltre ad essere efficaci in via preventiva, raggiungono questo obiettivo creando una situazione win-win, cioè salvaguardando i piloti e non danneggiando lo spettacolo e la competitività.

Per quanto concerne i piloti, va aggiunto che d’ora in poi saranno costretti ad introdurre nuovi riti e tradizioni portafortuna, ma se ciò permette di rendere il motorsport più sicuro, il prezzo da pagare risulta molto più che ragionevole.

 

 

 

[1] N. Wittich, 2022 Miami Grand Prix - Scrutineering Declaration Form, FIA.

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