06 Novembre 2018

Analisi del contesto italiano nell’ambito del recupero crediti

PATRIZIA SORMANI

Immagine dell'articolo: <span>Analisi del contesto italiano nell’ambito del recupero crediti</span>

Abstract

Nonostante il consolidamento della ripresa economica a livello nazionale, in Italia il numero di pratiche inerenti ai crediti effettivamente recuperati è stato, nel biennio 2016/17, in leggero calo. Nel contributo evidenziamo i dati attuali più rilevanti, suddivisi per regione e tipologia.

* * *

 

Per comprendere l’attuale contesto italiano nell’ambito del recupero crediti è importante sintetizzare il quadro di insieme in cui operano le società del comparto, analizzando non solo i risultati, ma anche i cambiamenti che intervengono nel settore. Solo in questo modo è possibile far emergere le tendenze e gli sviluppi che interessano il comparto dei servizi a tutela del credito.

L’analisi dello scenario macroeconomico del Paese permette di evidenziare che i dati nazionali vedono un consolidamento della ripresa economica, trainata soprattutto dalla domanda interna, anche se rimane un forte differenziale di crescita rispetto agli altri Paesi dell’eurozona.

Segnatamente, si segnalano i seguenti elementi:

• il PIL, è aumentato dell’1,5% su base annua;

i prestiti bancari continuano la crescita iniziata lo scorso anno, mentre si riduce notevolmente il tasso di deterioramento del credito;

• il tasso di disoccupazione a livello nazionale, a dicembre 2017, si attesta intorno al 10,8%, con una riduzione di un punto percentuale rispetto all’anno precedente, riduzione trainata soprattutto dall’aumento dei contratti a tempo determinato;

• l’andamento dei dati macroeconomici trova un riflesso anche sul livello di fiducia, che risulta in crescita tanto per i Consumatori che per le Imprese, sebbene con differenze nei vari settori.

Tutto ciò ha avuto delle ricadute nel settore della tutela del credito: nel 2017, infatti, si stima che le Aziende associate all’Unione Nazionale delle Imprese a Tutela del Credito (UNIREC) abbiano ricevuto in gestione oltre 140 mila pratiche per ogni giorno lavorativo, per un totale di circa 35 milioni di pratiche, con un leggero decremento ( - 604 mila pratiche) rispetto al 2016. Seguendo il trend del 2016, anche nel 2017 i crediti affidati per il recupero alle Imprese Associate a UNIREC sono aumentati di 2,07 miliardi di euro, attestandosi a quota 71,4 miliardi di euro, con un incremento di circa il 3% rispetto ai 69,3 miliardi di euro dell’anno precedente.

Il numero totale di pratiche recuperate ha tuttavia registrato una lieve flessione (-1%), passando da 12,1 milioni nel 2016 a 12,04 milioni nel 2017. Il totale dei crediti recuperati è passato dagli 8,1 miliardi di euro del 2016 ai 7,5 miliardi del 2017. Il diverso andamento delle due grandezze – affidati e recuperati – conferma il sempre maggiore peso e diffusione dei ‘Non Performing Loans’ (NPLs). È d’uopo sottolineare come, anche in considerazione delle diverse strategie di gestione del credito problematico, la performance viene analizzata per singola categoria di committente.

Purtuttavia, gli utili risultanti dai bilanci 2016 testimoniano una frammentazione sulla redditività conseguita dalle imprese del settore: a fronte di 127 imprese che hanno utili compresi tra lo 0 e l’1%, solo una ha utili superiori al 10% del fatturato e ben 49 risultano in perdita.

Il 2017 riporta una flessione anche nel numero degli addetti del settore, riscontrata già nel 2016, dopo il quadriennio di crescita 2013-2017. Questa situazione riflette l’andamento del settore, nonché i cambiamenti intervenuti nella tipologia di crediti trattati e nella lavorazione adottata per gestirli.

Dai dati si evince un consistente aumento del portafoglio di crediti NPLs gestiti dal comparto di gestione e recupero del credito. In particolare, la forte presenza di crediti NPLs comporta un aumento degli importi affidati e, congiuntamente, una riduzione del valore del recuperato, stante la loro caratteristica di prodotti complessi e sicuramente meno performanti rispetto ad altri prodotti con aging più contenuto. Questa situazione determina un deciso innalzamento della provvigione media, calcolata sull’insieme di tutti i prodotti gestiti. In questo contesto si innesta un generale aumento dei costi di gestione sostenuti dalle imprese del settore, dovuti in buona parte alla esigenza di elevare il livello professionale dei propri addetti e della propria struttura organizzativa per conformarsi a precetti sempre più stringenti ed impattanti nello svolgimento della attività quotidiana, si pensi anche solo al nuovo ‘Regolamento europeo sulla protezione dei dati’ (GDPR). Da questo scenario emerge un quadro del settore particolarmente segmentato in termini di profittabilità, con l’evidenza di un crescente numero di imprese che faticano ad ottenere un adeguato livello di compensi rispetto ai costi che una moderna impresa di tutela del credito è chiamata a sostenere. Sul campione pari a 211 imprese analizzate, solo una denota utili superiori al 10% rispetto al fatturato 2016.

Nel 2017 sono state rilevate presso le CCIAA 1.120 imprese attive nel comparto della Tutela del Credito (codice Ateco primario e secondario 82.91.1), ovvero 91 unità in meno rispetto alle 1.211 rilevate nel 2016, con una riduzione del 7,5%. Prosegue quindi il trend di decremento iniziato nel 2015.

Questi dati hanno un riflesso a livello locale, dove si evidenzia un appesantimento che crea distonia rispetto ai dati medi del mercato, in particolare nelle regioni Marche ed Emilia-Romagna. Come nel 2016, la maggior parte dei crediti affidati - sia per numero di pratiche (47,7%) che per importi (49,8%) – si concentra in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia. Guardando al numero di pratiche affidate, la Campania supera il Lazio con il 13% di pratiche, stessa percentuale riscontrata in Lombardia, che mantiene il primato. In materia di pratiche recuperate, la performance media di tutte e quattro le regioni rimane pressoché invariata rispetto all’anno precedente. La Lombardia aumenta di 1 pp, salendo dal 35% del 2016 al 36% del 2017, il Lazio conferma il 38%, la Campania passa dal 30% al 31% e la Sicilia dal 33% al 32%.

Anche in termini di importi la Lombardia mantiene il primo posto, seguita dal Lazio e poi dalla Campania, che assume il terzo posto precedentemente ricoperto dalla Sicilia, che si colloca quindi in quarta posizione con l’11% degli importi affidati. Le performance con riferimento agli importi recuperati vedono la Lombardia attestarsi al 14% e il Lazio all’11%. Al 9% si collocano la Sicilia e la Campania: questa ultima riduce di due punti percentuali la performance in valore rispetto al 2016. Il primato delle Regioni virtuose tocca alla Valle d’Aosta (23%), seguita con il 17% dal Trentino-Alto Adige. La maglia nera spetta alle Marche, che segnano una performance in valore pari al 6%.

Guardando invece al credito gestito per tipologia del debitore, si evidenzia che nel 2017 - in controtendenza rispetto agli anni precedenti - si assiste a una riduzione delle pratiche di tipo ‘Business to Consumer’ gestite per il recupero dalle imprese. Se infatti tali pratiche erano il 91% nel 2016, l’anno passato hanno rappresentano il 78% delle pratiche gestite, con un calo di 13 pp, e il 66% degli importi.

Dall’analisi sui dati 2017 risulta che:

per quanto attiene al B2B, il valore medio rimane costante, con 3.136€. La performance sul numero pratiche cresce di 2 pp, attestandosi al 31%; quella in valore diminuisce dal 18% al 9,3%;

con riferimento al B2C, il valore medio si attesta a 1.726€, in crescita del 3,3% rispetto all’anno precedente. La performance in valore è in lievissima flessione, passando dal 12% all’11%.

Rimane dunque fondamentale individuare anche la diversa strategia di gestione dei crediti.

Per i servicer per gli NPLs si ha:

  • un numero limitato di specialisti (8-10), spesso dotati di rating di agenzie internazionali, in alcuni casi operanti con veicoli regolamentati (banche o 106) e/o quotati in borsa;
  • un’operatività ampia nei segmenti dei crediti deteriorati, in particolare nei crediti bancari corporate e con garanzie ipotecarie;
  • la capacità di attivare strategie di recupero diversificate, stragiudiziali e legali, con competenze di due diligence e valutazioni di portafoglio.

Per i Debt collector si hanno:

  • diverse centinaia di imprese nel comparto della tutela del credito; tra queste circa 200 sono associate UNIREC e coprono più dell’80% del totale ricavi; operano spesso in modo integrato e con struttura “a cascata” (in particolare nel domiciliare);
  • operatori principalmente attivi nel segmento unsecured/small ticket, con banche e altre aziende, in particolare le Utilities. Elevata rotazione dei portafogli in gestione;
  • strategie di recupero prevalentemente stragiudiziali di recupero telefonico e domiciliare.

Altri Talks