28 Giugno 2023

Cambiamenti della professione legale: una riflessione sul ruolo delle organizzazioni e della flessibilità

MARIA CHATZIKONSTANTI

Immagine dell'articolo: <span>Cambiamenti della professione legale: una riflessione sul ruolo delle organizzazioni e della flessibilità</span>

Abstract

Il seguente articolo, partendo da esperienze personali dell'autrice, esplora i cambiamenti nella professione legale e il ruolo delle organizzazioni nel promuovere flessibilità e il welfare.

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Si ha la fortuna, a volte, di assistere a dei cambiamenti nella società, nel lavoro, nel modo di pensare, che potremmo davvero definire epocali.

Questa fortuna sta capitando alla mia generazione, quella nata negli anni ’70, che si trova a cavallo tra due modi di vivere e interpretare il lavoro e la professione e soprattutto il loro ruolo nella vita. Un passaggio importante, probabilmente spinto soprattutto dalle nuove generazioni e che, sebbene più evidente forse in altri settori, si sta affermando sempre di più anche nel mondo legale.

Questa riflessione mi colpiva pochi giorni fa, dopo aver letto il Rapporto sull’Avvocatura Censis 2023 a cura di Cassa Forense, documento che evidenzia, sostanziandoli con dati numerici e indagini, i cambiamenti nella professione.

 

Gender pay gap nel settore legale: la sfida per l'equità retributiva

Certo, se è vero che la matematica non è un’opinione, i numeri vanno interpretati e capiti; alcuni però restano francamente imbarazzanti.

È certamente il caso del gender pay gap, che, sebbene in percentuale mostri un leggero miglioramento del reddito delle donne, vede ancora le professioniste penalizzate in modo evidente, con un reddito che, in media, è pari a meno della metà del reddito percepito dai colleghi uomini. L'uguaglianza di genere, anche reddituale, è un tema complesso che rifugge da semplificazioni eccessive, ma è certamente difficile non associare questo dato alla necessità di proseguire nel cambiamento culturale che deve mettere le professioniste in grado di perseguire i propri obiettivi professionali e di reddito. Un cambiamento che deve coinvolgere singoli e organizzazioni, professionisti e società, se vuole davvero realizzarsi.

 

La flessibilità come chiave del successo

In questo contesto credo fortemente che il tema della flessibilità e del welfare, così importante per consentire a tutti di vivere con equilibrio, sia la chiave vincente. Flessibilità che peraltro resta saldamente nella lista delle soft skill più importanti redatta dal World Economic Forum. Capacità di adattamento, quindi, a livello individuale e organizzativo, rispetto delle differenze e dei diversi momenti della vita.

Ma qual è la nostra concezione del lavoro e come sarà nel futuro (e forse è già, almeno in parte)?

 

Nuove concezioni del lavoro e dei ruoli nella società: il work-life balance

Se ci guardiamo indietro troviamo l’idea del lavoro totalizzante (prevalentemente maschile), che occupa la gran parte del tempo e che lascia poco spazio al resto, inteso soprattutto come vita privata e di relazione, che deve essere schiacciato e sacrificato (o delegato per necessità). Le nuove generazioni invece mi sembrano aver ormai adottato un sistema di valori che privilegia un equilibrio maggiore e che, a fronte anche di grande impegno professionale, consente comunque di dedicarsi anche al “resto della vita”, utilizzando il tempo, che è, come tutti sappiamo bene, una risorsa finita e non espandibile a piacimento, in modo flessibile.

Un cambiamento che parte, quindi, da una diversa scala di valori e da un modo nuovo di intendere i ruoli nella società e nella famiglia, cui certamente si somma un mondo in rapidissima evoluzione e una tecnologia che plasma le nostre attività – facilitandole, velocizzandole, condividendole – e che paradossalmente ci obbliga a correre ancora di più.

Senza pretese di analisi sociologiche, sono però convinta che almeno parte di questo cambiamento nasca da un ruolo femminile nel mondo del lavoro sempre più importante, che ha innescato una riflessione profonda e ha stimolato la ricerca di modelli nuovi

Un processo che affonda le sue radici lontano, ma i cui effetti si stanno vedendo ora con sempre maggiore velocità e incisività e che coinvolge uomini e donne, accumunati dalla ricerca di modi nuovi di conciliare una vita professionale soddisfacente senza rinunciare alla completezza della propria vita personale e famigliare. Ruoli meno esclusivi, quindi, in cui ciascuno si trova a scoprire terreni sempre più ampi di collaborazione, allontanandosi dagli stereotipi. Terreni per molti versi ancora inesplorati che rendono il viaggio ancora lungo, e che richiedono nuovi approcci anche da parte delle organizzazioni.

 

Il compito delle organizzazioni nel favorire la flessibilità: la mia esperienza

Mi trovo spesso a riflettere sulla mia esperienza e su cosa mi ha consentito di non rinunciare a nessun pezzo di vita e di conseguenza sul ruolo delle organizzazioni nel favorire la crescita dei propri collaboratori.

La prima considerazione che propongo è, quindi, di contenuto: l’esperienza di vita personale e famigliare ha contribuito fortemente a plasmare anche la professionista. Soprattutto in una professione come quella legale che tocca, spesso in modo brutale, la vita delle persone, le esperienze di vita e di relazione ci aiutano a sviluppare conoscenze ed empatia, a comprendere gli altri, a valutarne le motivazioni. La vita si svolge fuori dai codici ed è lì che bisogna andare per vederla.

La seconda riflessione è una constatazione: al di là delle scelte personali, spesso gli anni in cui si investe molto sulla propria carriera sono anche quelli in cui si costruisce una vita famigliare, tipicamente tra i 30 e i 40. Sono anni in cui ci si divide tra lavoro e figli, udienze e pediatra, incontri con i clienti e quelli con i professori, a cui si sommano, andando avanti, le esigenze della famiglia di origine. Incombenze che possono essere affrontate solo con un nuovo modello di condivisione e con un’organizzazione che supporta i collaboratori, che valuta il risultato e non la presenza e che basa la relazione sulla fiducia. Che è esattamente quello che è successo a me: il passaggio più importante del mio percorso professionale ha coinciso con la mia quarta gravidanza. Indubbiamente un periodo di grandissima soddisfazione e gioia, insieme a impegno, fatica e tanto sostegno da parte dei miei soci e di tutti i colleghi e che dove essere sempre possibile.

Proprio l’esperienza personale ha guidato lo Studio quindi a introdurre, utilizzando la cornice dei principi ESG, misure strutturali che supportano e garantiscano ai nostri colleghi la giusta flessibilità per affrontare i passaggi importanti della vita con serenità. Lavoro da remoto con strumenti che facilitano l’attività professionale, policy di congedo per studio e genitorialità, un approccio che garantisce percorsi di crescita chiari e modulabili sulle aspirazioni e sui momenti di vita.

Se volessimo riassumere potremmo dire che, come recita la nostra vision, siamo “non solo avvocati”.

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