15 Febbraio 2023

Certificare la parità di genere

MARIA SIMONA BARONE

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Abstract

La certificazione di parità di genere è un processo volontario attraverso il quale le aziende e le organizzazioni possono dimostrare il loro impegno a promuovere l'uguaglianza di genere.

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A livello mondiale, una delle certificazioni più conosciute è il Women's Empowerment Principles (WEP) dell'ONU.

Questi principi forniscono una guida per le aziende su come promuovere l'empowerment delle donne e l'uguaglianza di genere nelle loro operazioni e nella loro catena di fornitura.

Altri esempi di certificazioni di parità di genere includono: il Gender Equality Seal dell’OIL e il Gender Equity Seal dell'International Trade Union Confederation (ITUC).

In Italia, la Certificazione per la Parità di Genere è stata resa effettiva a partire dal 2022, in quanto misura contenuta nel PNRR, alla voce: “Sistema di certificazione della parità di genere” (Missione 5 Coesione e Inclusione – Componente 1 Politiche attive del lavoro e sostegno all’occupazione – Investimento 1.3)“, con un investimento di 10.000.000 euro, a titolarità del Dipartimento per le pari opportunità.

Il provvedimento mira ad accompagnare ed incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche: il divario retributivo e di carriera, frutto di fattori che hanno le loro radici in una cultura aziendale poco aperta alla parità di genere e che non vede penalizzata la sua scarsa attenzione alla parità di genere; genitorialità e cura della famiglia, che sono ancora elementi scoraggianti per l’occupazione femminile, poiché ad essa le organizzazioni attribuiscono un costo elevato e asimmetrico rispetto a quello legato alla paternità; bias gestionali espliciti ma anche impliciti all’interno delle organizzazioni,  e processi di selezione non neutri.

La L. 162/2021 ha istituito la certificazione della parità di genere a decorrere dal 1° gennaio 2022, demandando al DPCM del successivo 29 aprile la definizione dei parametri minimi per il conseguimento della stessa da parte delle aziende.

La certificazione avviene su base volontaria e su richiesta dell’impresa. Al rilascio della certificazione provvedono gli organismi di certificazione accreditati presso Accredia (ai sensi del regolamento CE 765/2008) che operano sulla base della prassi UNI/PdR 125:2022.

Per ottenere la certificazione è necessario raggiungere un punteggio minimo sulla base degli indicatori previsti nella prassi Uni/PdR 125: 2022.

La certificazione, una volta ottenuta, è sottoposta a monitoraggio attuale per i kpi relativi da parte dell’azienda ed ha validità triennale.

La medesima legge (162/2021), poi, al fine di promuovere l’adozione della certificazione della parità di genere da parte delle imprese, prevede un principio di premialità che si realizza con l’introduzione di meccanismi di incentivazione: alle aziende private che siano in possesso della certificazione della parità di genere in applicazione della prassi UNI/PdR 125:2022 rilasciata da un organismo di certificazione accreditato è concesso un esonero dal versamento di una percentuale dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per l’anno 2022. L’esonero è determinato in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50.000 euro annui per ciascuna impresa.

La definizione delle modalità attuative della decontribuzione per le imprese certificate è regolata da un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro con delega per le pari opportunità adottato il 20 ottobre 2022.

La circolare INPS n. 137 del 27 dicembre 2022 ha poi stabilito le istruzioni operative per l’accesso all’esonero contributivo.

Inoltre, sempre ai sensi della Legge Gribaudo (art. 5, comma 3), è riconosciuto alle aziende in possesso della certificazione,  un punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.

Infine, il decreto legge 30 aprile 2022, n. 36, recante “Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, art. 34, ha introdotto nel “Codice dei contratti pubblici”, rispettivamente agli articoli n. 93 e n. 95 del decreto legislativo n. 50 del 2016, una diminuzione della garanzia prevista per la partecipazione alle procedure di gara da parte di aziende certificate, oltre alla possibilità per le amministrazioni aggiudicatrici di istituire sistemi premiali legati al possesso della certificazione di genere.

Da dicembre 2022, inoltre, è online il portale certificazione.pariopportunita.gov.it rivolto a cittadini e imprese che ha l’obiettivo di fare conoscere e promuovere il Sistema nazionale di certificazione della parità di genere, contenente anche l’elenco aggiornato degli organismi di valutazione accreditati per la certificazione, il numero delle imprese certificate, gli avvisi di prossima pubblicazione destinati alle imprese e agli organismi di certificazione per le misure di supporto alle piccole e medie imprese e microimprese per l’ottenimento della certificazione nonché le risposte alle domande frequenti.

Il portale, realizzato da Sogei, costituirà la piattaforma di raccolta di dati disaggregati per genere e di informazioni sulla certificazione che permetteranno di monitorarne l’avanzamento e di valutare eventuali miglioramenti per la sua implementazione.

A gennaio 2023, gli organismi di valutazione accreditati per la certificazione risultano essere 15, mentre le imprese certificate 85.

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