11 Giugno 2020

I giuristi d'impresa durante e dopo la pandemia: intervista a Giuseppe Catalano, Presidente di AIGI

GIACOMO GIUDICI

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Abstract

La pandemia da COVID-19 ha rappresentato un "terremoto" per il quadro legale e fiscale in cui operano le imprese, i cui effetti potrebbero riverberarsi anche nel medio e lungo termine. Per questo, il ruolo dei giuristi d'impresa nelle aziende è diventato ancora più centrale del normale. In questa intervista, il Presidente di AIGI (Associazione Italiana Giuristi d'Impresa), Giuseppe Catalano, fa il punto su come la categoria ha affrontato queste settimane epocali, e sulla opportunità di non trattare la pandemia solo come un "brutto sogno" da cui risvegliarsi al più presto, senza conseguenze.

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Avvocato Catalano, nel momento in cui il quadro legale e fiscale in cui tutte le aziende operano subisce uno sconvolgimento senza precedenti come quello dettato dall’emergenza coronavirus, la figura del giurista d’impresa diventa più importante che mai. Come ha interpretato questo contesto AIGI? Ci sa dire le azioni più importanti che avete intrapreso per dare indicazioni e punti di riferimento alla categoria?

Parto dal presupposto da cui parte anche la domanda, vale a dire l'importanza del ruolo del giurista d'impresa che anche questa contingenza ha evidenziato. In tal senso, l'Associazione ha cercato di replicare esattamente l'atteggiamento delle nostre imprese: portare avanti il lavoro con nuove modalità. Nel nostro caso, abbiamo continuato a mantenere un filo diretto con i nostri iscritti, inviando loro le newsletter di maggior interesse, organizzando Webinar soprattutto sui temi resi attuali dalla pandemia -ad esempio la tenuta delle assemblee secondo le modalità prevista dal cosiddetto Decreto Cura-Italia- e insomma cogliendo questa come un'ulteriore occasione di crescita. Mi sembra che il riscontro sia stato pienamente positivo.  I nostri Webinar hanno avuto sempre più di 100 utenti connessi, il che ci ha aperto gli occhi su come si possano sfruttare le reti per raggiungere anche chi è fisicamente più lontano.      

A livello giuridico come pensa si evolverà la situazione? Crede che ci saranno conseguenze tangibili soltanto nel breve-medio termine, o anche nel medio-lungo termine?

Da più parti si sente dire che il mondo non sarà più quello visto fino a febbraio scorso. Forse è ancora presto per una risposta definitiva: quel che è certo è che se ritenessimo la pandemia solo un brutto sogno, che finisce con il risveglio, forse avremmo perso un'occasione. Per farla breve: non mi aspetto solo che nei contratti, d'ora in poi, ci sia una clausola intitolata "Pandemics". Mi aspetto effetti più dirompenti anche nei rapporti interpersonali e, di conseguenza, nelle modalità di regolamentazione legale dei rapporti tra privati e tra società.

Parliamo ora invece del modo in cui operano i General Counsel e i giuristi d’impresa. Tutto il mondo del lavoro si è dovuto misurare con tre mesi di digitalizzazione più o meno “forzata”. Crede che la categoria fosse pronta? Anche in questo caso, le chiedo se ci sono soluzioni specifiche sperimentate in questo periodo da portare nel post-emergenza.

L'impressione è che ci siamo fatti trovare abbastanza pronti, soprattutto a gestire l'emergenza e le potenziali conseguenze anche all'interno delle nostre realtà. Anzi, confesso che ho più timore per quello che succederà d'ora in avanti: sapremo gestire le ricadute di tutto questo? Abbiamo gli strumenti giuridici per farlo? Non ho invece dubbi che gli strumenti tecnici vi siano: la sorpresa migliore di questo periodo è stato constatare l'efficienza della rete infrastrutturale, che ha permesso di continuare a lavorare in condizioni diverse. 

Incrociando il campo giuridico e quello operativo: pensa che saranno queste settimane a segnare un avanzamento significativo, e forse definitivo, del legal tech?

La risposta a questa domanda è contenuta nelle risposte precedenti. La positiva sperimentazione di un nuovo modo di lavorare, di fare convegni, assemblee e riunioni costituisce un punto di non ritorno.  Si potrà solo progredire, non certo tornare indietro.

Infine, se c’è un messaggio, anche conciso e non strettamente tecnico, che vuole lanciare ai giuristi d’impresa per questa fase di ripartenza.

Siamo stati subissati di messaggi in questi mesi, non tutti veritieri e non tutti centrati. Purtroppo non è andato tutto bene, se è vero che tante persone ci hanno lasciato e tante attività sono cessate, e non sarei sincero se dicessi che credo che "andrà tutto bene" anche d'ora in poi.  Quindi, non possiamo non continuare a mantenere la guardia alta, restando focalizzati sull'immaginare un nuovo futuro senza dimenticare la quotidianità. Pochi professionisti come i legali d'impresa, d'altronde, sanno che dietro grandi rischi si nascondono spesso opportunità più che proporzionali: credo che ne avremo conferma anche stavolta.

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