08 Febbraio 2023

Lunedì 16 gennaio Eni ha lanciato le prime obbligazioni collegate ai propri obiettivi di sostenibilità: una rivoluzione nella finanza?

CRISTINA CENGIA

Immagine dell'articolo: <span>Lunedì 16 gennaio Eni ha lanciato le prime obbligazioni collegate ai propri obiettivi di sostenibilità: una rivoluzione nella finanza?</span>

Abstract

Il tema trattato nell'articolo che segue è noto ed ha avuto ampio spazio non solo tra gli addetti ai lavori ma anche nella cronaca giornalistica: ciò è dovuto al forte impatto della novità.

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In esordio d’anno, il 16 gennaio 2023, Eni ha annunciato pubblicamente l’offerta di obbligazioni cd ‘sustainability linked’. L’elemento di novità risiede nel fatto che l’offerta sia stata indirizzata, in Italia e con prospetto informativo, al mercato retail, e quindi al pubblico indistinto e non solo a quello costituito da investitori professionali.

Le obbligazioni in questione, emesse con cedola annua pari al 4,30% e scadenza a cinque anni, hanno una connotazione ‘green’ in quanto l’ultima cedola pagabile il 10 febbraio 2028 è collegata al conseguimento di target di sostenibilità, quali l’obiettivo di riduzione delle emissioni nette di gas serra generate dal business Upstream di Eni (relativo alle attività di esplorazione e produzione di idrocarburi) e l’ulteriore obiettivo di incremento della capacità installata per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili fino a 5 Gigawatt nel 2025. In caso di mancato raggiungimento anche di uno solo dei due target, il tasso di interesse relativo alla cedola pagabile a scadenza sarà incrementato dello 0,50%.

L’emissione in questione è stata chiusa e collocata con diversi giorni di anticipo rispetto alla scadenza prevista in presenza di adesioni, come comunicato con una nota dalla società, di oltre 300mila investitori per un controvalore di oltre 10 miliardi di euro; in conseguenza dell’alto livello della domanda il valore dell’emissione è stato incrementato da uno a due miliardi di euro, registrando il record italiano per una emissione obbligazionaria corporate single tranche destinata al mercato retail.

Il successo del collocamento dimostra quanto possa ritenersi diffusa nella coscienza collettiva sociale, e non solo all’interno della ristretta cerchia degli investitori professionali, la tematica ESG, e non a caso Eni la ha definita come un’operazione di sistema, anche in quanto il collocamento ha visto i principali gruppi bancari italiani agire come capofila.

Un’ulteriore chiave di lettura del successo dell’emissione risiede nelle caratteristiche strutturali dello strumento adottato: a differenza dei bond green, social o sustainable, destinati a finanziare progetti specifici di carattere, appunto, ambientale o sociale, i sustainability-linked bonds (SLB) sono strumenti più duttili e versatili in quanto possono essere riferiti alla strategia complessiva di sostenibilità dell’emittente non vincolando quest’ultimo alla destinazione dei proventi a finalità specifiche. In quanto tali si stanno affermando come valida e maggiormente innovativa alternativa agli strumenti obbligazionari che ho sopra menzionato.

Gli SLB si caratterizzano per la variabilità di alcuni dei requisiti strutturali degli stessi (frequentemente la cedola, come nel caso dell’obbligazione Eni) a seconda del grado di raggiungimento di obiettivi ESG prestabiliti, misurato mediante KPI.

Come per Eni così in altre precedenti emissioni i KPI utilizzati sono stati il livello di emissioni di gas serra ed il grado di sfruttamento delle fonti di energia rinnovabili.

 

La crescente diffusione dei sustainability-linked bonds è stata accompagnata e anzi favorita, anche al fine di evitare fenomeni di sustainable washing, dalla pubblicazione da parte dell’ICMA (International Capital Markets Association) di linee guida finalizzate a favorire lo sviluppo e la standardizzazione del mercato degli SLB. Gli ambiti investiti dalle linee guida riguardano: (i) la selezione dei KPI, ossia i profili di sostenibilità, i quali devono possedere caratteristiche di misurabilità e verificabilità da terze parti al fine di fornire agli investitori un corredo adeguato di informazioni per orientarne le scelte di investimento e per poterne a seguire verificare il livello di raggiungimento; (ii) l’adeguatezza del processo di identificazione degli obiettivi (le linee guida al riguardo raccomandano di ridurre il divario tra obiettivi ambiziosi e obiettivi più realistici), (iii) le caratteristiche dei sustainability-linked bonds, (iv) la rendicontazione dei KPI, la quale deve essere effettuata con cadenza almeno annuale, (v) la verifica del grado di raggiungimento degli obiettivi a mezzo di certificazione da parte di revisore esterno indipendente.

La diffusione degli SLB come strumento di raccolta di finanza green è stata ulteriormente accelerata dalla decisione dell’Eurosistema di accettarli a garanzia delle operazioni di politica monetaria, a condizione che venga rispettato uno schema di idoneità specifico che, in particolare, riferisca il raggiungimento degli obiettivi a quelli, relativi al cambiamento climatico o al degrado ambientale, previsti nel Regolamento UE sulla Tassonomia o a uno o più degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (cd SDGs).

Alcune voci critiche sottolineano rischi associati a possibile carenza di trasparenza e chiarezza negli obiettivi nonché alla possibilità di applicare la penalizzazione dello step-up (ossia l’incremento dell’importo della cedola) in caso di parziale o totale mancato raggiungimento degli obiettivi solo in data prossima alla scadenza dell’obbligazione, con la conseguenza di depotenziare l’effetto della penalizzazione, ovvero la previsione di opzioni di acquisto a favore dell’emittente durante la vita dell’obbligazione, con i connessi effetti di disincentivazione al raggiungimento degli obiettivi.

Il controvalore degli SLB in circolazione ha raggiunto i 120 miliardi di euro nel 2021 e la crescita è proseguita, seppur con un’accelerazione meno spinta, nel 2022, e il mercato delle emissioni di SLB registra gli emittenti europei tra i soggetti più attivi con la presenza tra di essi di alcuni emittenti italiani (ASTM S.p.A., A2A S.p.A., Aeroporti di Roma S.p.A., Hera S.p.A. ed Enel, con Enel Finance International BV); la quasi totalità di SLB è emessa da società non finanziarie e, dal punto di vista del merito creditizio, oltre un terzo degli emittenti di SLB possiede un rating inferiore a BBB- mentre è minore l’accesso al mercato per emittenti con rating superiore ad A1. Larga preponderanza nelle emissioni hanno KPI ambientali, minor spazio è dato a KPI di governance o sociali.

E’ all’interno di un trend crescente che si colloca quindi l’emissione di successo di Eni ed è ragionevole ritenere che i sustainability-linked bonds possano rivestire un ruolo importante nell’ambito del processo globale di transizione energetica.

 

1 Fonte Banca d’Italia – Aprile 2022 numero 22 – Mercati, infrastrutture, sistemi di pagamento – Quando innovazione finanziaria e finanza sostenibile si incontrano: i Sustainability-Linked Bonds, di Paola Antilici, Gianluca Mosconi e Luigi Russo.

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