23 Dicembre 2020

Sostenibilità e Sicurezza sul Lavoro: la dimensione Sociale nel Decreto 81/08

GIOVANNI SCUDIER

Immagine dell'articolo: <span>Sostenibilità e Sicurezza sul Lavoro: la dimensione Sociale nel Decreto 81/08</span>

Abstract

“La sicurezza non è un costo, ma una opportunità e una risorsa”: è una frase spesso pronunciata con poca convinzione e quasi per dovere.  Ma la Sostenibilità detta nuovi paradigmi anche per la Sicurezza e Salute del Lavoro, e una lettura “Sociale” del Decreto 81/08 dà alle azioni in materia di Sicurezza una efficacia trasversale alle organizzazioni non sempre considerata fino in fondo.

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Comunque si voglia declinare la definizione di Sviluppo Sostenibile, non ci sono dubbi che il panorama ESG include anche il tema delle condizioni di lavoro e, specificamente, della tutela della salute dei lavoratori. Il parametro Sociale  affronta il tema del benessere della Persona considerandolo anche nello specifico contesto lavorativo, dove anzi oggetto dell’attenzione non è soltanto il lavoratore dell’organizzazione “sostenibile”, ma anche il mondo degli Stakeholders e quindi l’intera supply chain.

In chiave futura, la Commissione Europea ha già previsto fin dal 2019 una revisione della Occupational Safety and Health Strategy per adeguarla ai cambiamenti del mondo del lavoro; e certo non potrà che essere una revisione ulteriormente nel senso dello Sviluppo Sostenibile, nel segno tracciato dal Green Deal.

Ma allo stato esistono già elementi molto concreti e immediati di impatto della Sicurezza del Lavoro sulle organizzazioni e sulla loro valutazione di Sostenibilità: tra gli Indicatori elaborati da Eurostat e dalla Commissione Europea che riguardano il Sustainable Development Goal UN n. 8 (Decent Work And Economic Growth), cioè il più afferente alla Sicurezza sul Lavoro di quelli riconducibili alla dimensione Sociale, sono incluse, ad esempio, le morti da infortunio sul lavoro; a livello nazionale, il Rapporto ISTAT sul Benessere Equo e Sostenibile annovera, tra gli indicatori del capitolo “Lavoro”, il tasso di infortuni mortali e con inabilità permanente.

Sarebbe tuttavia riduttivo considerare il contributo della Sicurezza sul Lavoro ai valori della Sostenibilità soltanto in termini statistici, e soltanto riferendolo alla tutela dell’integrità fisica del lavoratore. Forse, sarebbe addirittura inutile, posto che non serve scomodare lo Sviluppo Sostenibile per individuare l’assenza di infortuni come obiettivo che ci si aspetta da ogni organizzazione.

La questione va dunque posta in termini più ampi; e così facendo porta con sé una domanda.

Sostenibilità, quando si parla di Sicurezza Sul Lavoro, significa rispetto dell’apparato normativo prevenzionale, o questo è solo un requisito minimo?

A noi sembra che la dimensione Sociale della Sostenibilità richieda di considerare la Sicurezza del Lavoro non come mero adempimento (per quanto completo ed effettivo) di innumerevoli prescrizioni normative attraverso altrettante regole di comportamento interne finalizzate a prevenire l’infortunio o la malattia professionale, bensì come strategia che pone la Persona del lavoratore al centro, tutelando ed anzi valorizzando i fattori “umani” (il benessere della Persona del lavoratore) assieme ai fattori “tecnico-economici” (la professionalità, la competenza nel lavoro) ed a quelli “sociali” (l’esperienza, il rapporto con gli altri, il ruolo nella comunità). 

Ma ci sembra anche che questo non richieda rivoluzioni organizzative né investimenti dedicati ed aggiuntivi.

Forse è sufficiente muovere dalla constatazione che il sistema normativo italiano di sicurezza del lavoro, da sempre molto avanzato, contiene già in sé moltissimi fattori di Sostenibilità, e che valorizzare adeguatamente questi fattori può fare la differenza.

Sono fattori a volte “immateriali”, fattori che esprimono un atteggiamento, prima ancora che manifestarsi in uno strumento tangibile e misurabile; per certi versi si potrebbe dire che si tratta semplicemente (ammesso che sia davvero semplice) di cambiare la prospettiva, e di fare della Sicurezza una dimensione dell’intera organizzazione.

Se si guarda all’evoluzione dell’ordinamento italiano in materia, è noto che all’approccio spiccatamente tecnico dei Decreti degli anni Cinquanta è seguita la nuova impostazione di matrice comunitaria che ha valorizzato la Valutazione dei Rischi e una concezione omnicomprensiva del luogo di lavoro inteso come organizzazione fatta di persone, di mezzi, di procedure.

Il perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile invita le organizzazioni ad accelerare sulla dimensione “Sociale” di quella concezione, allargando la visione anche al di fuori dell’organizzazione stessa.

Per farlo è necessario, ma probabilmente anche sufficiente, cogliere il significato più profondo delle norme che già ci sono, perché il Decreto 81/08 è permeato in tutto il suo contenuto di principi che mirano alla Sostenibilità Sociale.

 

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