18 Marzo 2020

COVID-19: la tecnologia tiene in piedi lo studio legale

MARIO ALBERTO CATAROZZO

Immagine dell'articolo: <span>COVID-19: la tecnologia tiene in piedi lo studio legale</span>

Abstract

La crisi sanitaria del momento sta imponendo cambiamenti repentini a tutte le abitudini personali e di lavoro. Gli avvocati si sono trovati a fare lo smart working in pochi giorni e a dover riorganizzare la propria attività con collaboratori, clienti e con la Giustizia. Vediamo cosa hanno fatto e cosa stiamo imparando.

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L’essere umano vive di abitudini. Non potrebbe essere diversamente, siamo esseri abitudinari per natura. La ragione? È una strategia del nostro organismo per risparmiare energia.

Invece di dover ripartire ogni volta da zero, il nostro sistema prevede delle scorciatoie (c.d. euristica) per farci fare le cose con un certo automatismo. In sostanza, dopo che noi ripetiamo più e più volte determinate azioni, il nostro cervello capisce che tali azioni sono per noi importanti e cerca una scorciatoia per farcele fare impiegando meno energia possibile. Ecco che nasce un automatismo o abitudini, cioè la modalità di azione “con il pilota automatico”. In altre parole, non dobbiamo più dedicarci a quelle attività, perché una volta assimilate diventano gesti istintivi – si dice – cioè abitudini. Così il lavarsi i denti al mattino, il mettersi la cintura di sicurezza quando si sale in auto, l’aprire la porta di casa e così via.

Partiamo quindi da questa considerazione: noi esseri umani siamo pieni di abitudini e viviamo di automatismi per la ragione di cui sopra. Passiamo ora alle abitudini lavorative.

Fino ad oggi ci siamo alzati ad una certa ora, abbiamo seguito una sequenza di azioni dal risveglio fino all’arrivo in ufficio. L’abitudine per un avvocato era poi quella di andare in Tribunale, per chi fa giudiziale, piuttosto che entrare in riunione per chi fa consulenza d’affari. Le giornate erano scandite da riunioni, scadenze, incontri, riunioni, lavoro alla scrivania. Poi d’un tratto…è arrivato questa infezione che sta attraversando la nostra Penisole e tutta l’Europa, per non dire tutto il mondo. La nostra quotidianità è stata stravolta, le abitudini sono di colpo saltate. In pochi giorni abbiamo visto riunioni annullate, incontri spostati, il Tribunale chiuso con le udienze posticipate, i collaboratori che dovevano lavorare da casa (smart working), noi stessi che non potevamo più andare in ufficio, che comunque sarebbe stato deserto. Che fare? Di necessità virtù e tra ansie, disagi e incertezze ciascuno di noi ha approntato un ufficio in casa. Ecco che sono scomparsi il tavolo del soggiorno, del salotto e in alcuni casi della cucina. Ecco che la stanzetta dedicata alla lavanderia è stata di fretta e furia riqualificata come piccolo studiolo dove trovare un po’ di pace dai figli…eh sì, perché anche loro sono rimasti a casa da scuola e fanno lezioni online.

Online, appunto, questa è diventata la parola chiave.
Per poter continuare a lavorare, mantenendo relazioni con i clienti, facendo riunioni, dedicandosi alla redazione di atti, gestendo pratiche e agende elettroniche, l’unica soluzione è stato trasformare le attività da analogiche in digitali. Anche gli avvocati più restii al cambiamento hanno dovuto modificare le proprie abitudini e adattarsi alle videoconference, all’incontro dei clienti su Skype, ai webinar per la formazione, all’e-learning. C’è da domandarsi cosa rimarrà di tutto ciò quando questo periodo sarà finito. Sicuramente avremo una Italia più tecnologica, dove lo smart working sarà una realtà, dove i webinar saranno all’ordine del giorno, dove le riunioni verranno fatte efficacemente anche in videoconference.

Insomma, questa crisi è un vero e proprio catalizzatore di innovazione e superato questo momento difficile rimarranno sicuramente nuove abitudini e nuove strategie di lavoro, che renderanno più efficiente anche l’attività professionale e l’organizzazione delle attività sia dentro lo Studio, sia nella relazione con i clienti e – spera – anche nella gestione della giustizia (vedi, per esempio, alcune udienze ora svolte in videoconference o il deposito di atti solo telematico o la richiesta di copie e documentazione sono in digitale).

Purtroppo le crisi e le guerre si dimostrano come il maggior fattore di cambiamento dell’umanità, è sempre stato così e sarà sempre così. Peccato che per fare salti in avanti e migliorare la nostra vita siano necessarie queste situazioni-limite e non impariamo a cambiare le nostre abitudini da disfunzionali a funzionali in base ad una logica di continua trasformazione.

Ce la faremo tutti insieme e dopo saremo migliori di prima, sicuramente più efficienti, più smart e forse (speriamo) più consapevoli.

 

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