28 Ottobre 2022

Zoomers do it better

ROBERTA DE MATTEO

Immagine dell'articolo: <span>Zoomers do it better</span>

Abstract

La Generazione Z si riferisce generalmente alle persone nate tra il 1995 e il 2010 quindi appartenenti alla prima era completamente digitale, con grandi aspettative verso il mondo del business che sta per accoglierli e molte implicazioni per coloro che li precedono professionalmente.

***

L'avvocato della Gen Z

Calandoci dunque nel mercato legale è quindi prevedibile, se non certo, che gli avvocati della Gen Z saranno coloro che di fatto costruiranno e cresceranno gli studi di oggi e sarà sempre più necessario dar loro spazio imparando ad osservarne le dinamiche, i desiderata, le esigenze e le priorità per definire insieme una professione legale vincente e che dovrà concretizzarsi in una perfetta intersezione tra il know-how del passato e la progettualità del futuro.

Che piaccia o no è giunto quindi il momento di cambiare profondamente il modo di occuparsi della consulenza legale perché gli Zooomer sono pronti a trasformare l'avvocatura e si aspettano che le precedenti generazioni lo rendano possibile.

Ed è proprio da questo nodo che gli studi più open-minded capiranno che la cultura del posto di lavoro è un processo evolutivo e che coloro che si allineano al cambiamento attireranno e manterranno sia gli avvocati che i clienti della Gen Z.

 

Innovazione e dialogo

Il rapporto di Deloitte "Understanding Generation Z in the workplace" (https://www2.deloitte.com/us/en/pages/consumer-business/articles/understanding-generation-z-in-the-workplace.html) ne dà ulteriore conferma. Descrive infatti la Gen Z come realista e con una visione di un mondo migliore per tutti. Persone pragmatiche che si aspettano azioni ed impegni nei confronti dell'ambiente, della sostenibilità e dell'etica e che non accettano alcun tipo di negoziazione nella sfera della diversità. Nativi digitali, dicevamo, che non conoscono un mondo senza tecnologia attraverso la quale adottano nuove strategie e sono in grado di fornire numerose alternative, migliori tante volte del suggerimento di un mentor, e che non richiedono approvazioni progettando il proprio futuro e il luogo di lavoro in cui potranno essere chiunque vogliano.

Hanno inoltre una capacità innovativa in grado di pensare fuori dagli schemi, apprezzano le attitudini creative e di progettazione e spingono nel far sentire la propria voce partecipando alla conversazione con nuove idee che non hanno paura di promuovere.

Uno degli aspetti più entusiasmanti, in aggiunta, è che la Gen Z apprezza il dialogo piuttosto che il confronto. Si legge nel rapporto di McKinsey (https://www.mckinsey.com/industries/consumer-packaged-goods/our-insights/true-gen-generation-z-and-its-implications-for-companies) che riescono a dare spazio a verità diverse, mentre le generazioni precedenti hanno avuto difficoltà ad accettare punti di vista differenti. Ed è davvero così che si cambia il mondo, attraverso il dialogo piuttosto che con una discussione tra chi sostiene di aver ragione e chi torto nelle proprie convinzioni e valori.

 

Siamo pronti ad accoglierli?

Se osservate queste caratteristiche e pensate al vostro posto di lavoro, al vostro studio legale o al team in cui lavorate attualmente, quanto ritenete di essere pronti per accogliere questa generazione?

Questo scollamento potrebbe portare a tassi di turnover elevati negli studi legali che stanno affrontando numerosi problemi nel reclutamento di giovani avvocati e nel trattenere i talenti. Se il cambiamento non avverrà velocemente si riuscirà a sopravvivere senza avvocati che svolgano il lavoro? Cosa accadrà se non ci sarà un necessario ricambio di risorse?

Svariate ricerche affermano che gli avvocati della Gen Z lasciano lo studio dopo aver pagato i prestiti studenteschi, dopo aver soddisfatto il loro bisogno più urgente di sicurezza finanziaria e aver acquisito una certa esperienza. Passano all'in-house, alle ONG e alle start-up oppure avviano un proprio studio ricollocandosi ovunque possano manifestare i loro valori e il loro modo di lavorare.

D’altro canto, non è solo una questione di compensi. Offrire incentivi finanziari e una scorciatoia per diventare socio non funzionerà per una nuova generazione che dà più valore ad altri aspetti rispetto al denaro, al fascino e al prestigio.

Il tempo libero, la salute mentale e le opportunità di imparare e fare la differenza sono più importanti, per questi motivi i giovani avvocati guardano a professioni legali alternative per soddisfare tali esigenze e gli studi legali tradizionali rischiano di perdere la propria attrattività.

Siamo quindi al punto in cui l'intero settore ha bisogno di una riprogettazione piuttosto che di una modifica a partire dal modello di business al modello di partnership, dalla fornitura di servizi alla comunicazione fino alla cultura.

 

La clientela Gen Z

Non dimentichiamo infine che la Generazione Z sarà anche la futura clientela degli studi, di conseguenza chiederanno cambiamenti rispetto alla modalità attuale di erogazione della consulenza. Vorranno essere assistiti da avvocati Gen Z per riuscire a comunicare nello stesso linguaggio e utilizzare gli stessi strumenti e canali.

In conclusione, i Gen Z sono le persone che cambieranno il modello di business e la cultura negli studi legali per attrarre più Gen Z a loro volta e l’avvocatura ora più che mai ha bisogno delle loro idee, della loro prospettiva e della loro voce per essere a prova d’urto. Il passaggio generazionale della professione legale è già iniziato e i giovani avvocati che si sentono coinvolti e valorizzati nel processo decisionale, nell’ascolto e la valorizzazione delle idee nella realtà all’interno della quale lavorano faranno la differenza e metteranno in sicurezza il futuro dello studio legale.

 

Altri Talks