18 Luglio 2022

Certificazioni ESG: la sostenibilità nella catena dell’approvvigionamenti di beni e servizi

MAURIZIO BORTOLOTTO

Immagine dell'articolo: <span>Certificazioni ESG: la sostenibilità nella catena dell’approvvigionamenti di beni e servizi</span>

Abstract

Le certificazioni ESG – Environmental Social Governance – negli ultimi anni hanno acquisito una rilevanza tale da diventare lo standard che certifica l’affidabilità, la sostenibilità e l’appetibilità sul mercato delle aziende costituendo un valido strumento di controllo e di compliance aziendale. Come fanno in primo luogo le aziende e poi gli studi legali ad adattarsi a questa nuova realtà? L’articolo mira proprio a rispondere a questo interrogativo portando alla luce alcune tra le possibili soluzioni attuabili.

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Premessa   

Le logiche ESG traggono origine dalla consapevolezza che oggigiorno stiamo assistendo ad un forte cambiamento ambientale e culturale a cui risulta essenziale adattarsi, prendendo atto dei limiti legati all’ambiente e della necessità di una nuova gestione delle risorse.

Dunque, lo scopo primario dei criteri ESG non è solo quello di creare un ambiente lavorativo collaborativo e funzionale, ma anche – e soprattutto – quello di dare un nuovo respiro all’impresa, permettendo alle organizzazioni di vivere nel tempo, di esserci, cioè, oggi domani e dopodomani.

Per queste ragioni, le certificazioni ESG, al pari di altre certificazioni internazionali (ISO, OHSAS) sono diventate ormai uno dei criteri utilizzati per giudicare l’affidabilità di una Società.

Il mercato, ormai, richiede sempre più spesso la conformità agli indici ESG da parte degli operatori. La certificazione ESG rappresenta quindi un presupposto essenziale per essere competitivi sul mercato nazionale e internazionale.

Ciò detto, sarebbe riduttivo considerare le certificazioni ESG meri strumenti commerciali o di marketing. La mia esperienza professionale mi ha portato a riconoscere il loro potenziale anche sul versante della prevenzione di comportamenti scorretti.

Una Società che ottiene una certificazione ESG è infatti una Società che si è dotata di policy, regole e linee guida interne che, al pari dei Codici etici e di condotta, dei Modelli di Organizzazione Gestione e controllo 231 e dei Modelli Anticorruzione o Antiriciclaggio, contengo veri e propri presidi di controllo idonei a prevenire episodi di mala gestione aziendale. Ottenere una certificazione ESG significa, quindi, aggiungere un tassello fondamentale nel sistema di governance aziendale implementato dalla Società.

 

La nuova governance della supply chain

Tra gli aspetti più rilevanti che una Società deve monitorare per rispettare i criteri ESG è, certamente, la gestione della catena degli approvvigionamenti di beni e servizi. Quello della supply chain, infatti, è uno dei principali processi aziendali, che permette alla Società di acquisire quegli strumenti e quelle conoscenze necessarie per poter raggiungere i propri obiettivi di business.

Una Società, per dirsi “Sostenibile”, non è sufficiente che si doti di policy interne ESG, ma è necessario che pretenda da propri fornitori il rispetto dei medesimi standard di sostenibilità che applica al proprio interno.

Una Società “sostenibile” è una Società che si rivolge a fornitori “sostenibili”.

Ciò, pertanto, impone necessariamente uno sforzo maggiore nella selezione e qualificazione dei fornitori.

Particolare attenzione dovrà essere, pertanto, prestata con riferimento a:

  • la capacità del fornitore di implementare al proprio interno sistemi di controllo che garantiscano la tutela dell’ambiente e la sicurezza dei propri lavoratori;
  • le modalità di gestione delle risorse umane impiegate dal fornitore e il relativo rispetto delle condizioni di lavoro prescritte dalla legge.

Ciò può essere fatto, ad esempio, richiedendo, nel corso delle attività di selezione e qualificazione dei fornitori, evidenza del rispetto dei criteri ESG.

Al contempo, un fornitore di beni e servizi per poter essere competitivo sul mercato nazionale e internazionale deve necessariamente uniformarsi ai criteri ESG. In caso contrario, il rischio è quello di rimanere esclusi dal mercato.

 

Migliorare la sostenibilità nel settore legale

Quanto detto fino ad ora non può che valere anche per gli Studi legali. La figura dell’Avvocato negli ultimi anni ha subito profondi cambiamenti. L’idea tradizionale dello Studio legale è in parte venuta meno.

Gli Studi Legali, infatti, sono ormai considerati dalle Società dei fornitori di servizi a tutti gli effetti, e come tali – al pari degli altri fornitori – per poter essere competitivi sul mercato nazionale e internazionale, sono chiamati necessariamente ad adeguarsi agli standard di sostenibilità richiesti dai loro clienti.

Per fare ciò, è necessario che anche gli studi legali si dotino di procedure ESG e adottino regole al fine di garantire il rispetto e la tutela dell’ambiente e del personale impiegato.

Il processo di certificazione ESG, quindi, rappresenta per gli studi legali lo strumento per dimostrare al mercato la propria affidabilità e sostenibilità e per poter rimanere competitivi sul mercato nazionale e internazionale.

 

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