20 Ottobre 2021

Evoluzione del mercato degli NPL post pandemia e fattori di ripresa

MICHELA CHINAGLIA

Immagine dell'articolo: <span>Evoluzione del mercato degli NPL post pandemia e fattori di ripresa</span>

Abstract

La pandemia e le conseguenti restrizioni per contenere la diffusione del virus hanno rappresentato uno shock macroeconomico che ha profondamente modificato, tra gli altri, il settore della gestione dei crediti e dei NPL (Non Performing Loan).

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Misure di sostegno pubblico

A fronte di una contrazione dei ricavi e della conseguente carenza di liquidità, molte imprese hanno rischiato, e in taluni casi tuttora rischiano, di trovarsi in situazioni di fatale squilibrio economico e finanziario. Ciò nonostante, ad oggi, l’impatto avverso della pandemia e il rischio di fallimento di molte imprese sono stati gestiti tramite l’adozione di misure di politica economica che hanno determinato, tra l’altro, una consistente disponibilità di credito bancario. Essenziale, nel predetto contesto, l’intervento del Governo che, attraverso la negoziazione in Commissione Europea delle garanzie GACS (Garanzie sulla Cartolarizzazione delle sofferenze), ha scongiurato l’immediato default di molte aziende operanti nei settori più colpiti.

Sono difatti state attuate misure precauzionali di sostegno pubblico per garantire l’afflusso di finanziamenti all’economia, per sostenere la ripresa e per attenuare il più possibile le conseguenze sociali della crisi; sono stati altresì varati interventi volti a sostenere la liquidità delle imprese e ad assicurare l’accesso al credito. Le predette iniziative hanno beneficiato del supporto anche dalla Commissione Europea, la quale ha varato un quadro temporaneo per consentire agli Stati Membri di avvalersi della flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato e dunque sostenere l’economia nel difficile contesto attuale.

 

Il ruolo dello Stato: le operazioni GACS

Le GACS  costituiscono una forma di  intervento dello Stato, a garanzia del rimborso dei titoli senior sulle operazioni di cartolarizzazione di crediti classificati a sofferenza.

Le predette garanzie sono da ritenersi incondizionate, irrevocabili e a prima richiesta e coprono appunto i possessori dei predetti titoli nell’ipotesi di mancato pagamento delle somme dovute nell’ambito dell’operazione di cartolarizzazione, divenendo, dunque, una garanzia aggiuntiva sulle obbligazioni, che in tal modo risultano più sicure per gli investitori che le acquistano.

Di conseguenza le operazioni di cartolarizzazione assistite dalle Gacs agevolano la cessione di NPL a prezzi superiori. Con la proroga delle GACS concessa dalla Commissione Europea  lo scorso 14 giugno, per altri 12 mesi si attendono effetti immediatamente positivi per il mercato degli NPL in Italia.

 

Trend in crescita: gli UTP superano gli NPL

Lo spostamento dell’attenzione delle Banche dagli NPL agli UTP, ovvero ai crediti Unlikely To Pay, trasforma radicalmente le dinamiche del mercato delle sofferenze e le strategie di gestione e valorizzazione delle garanzie immobiliari sottostanti.

Di fatto la differenza tra crediti NPL e UTP è sostanziale: nel caso di UTP il credito definito in gergo “incagliato” e dunque non ancora “girato” a sofferenza, viene segnalato dalla Banca come possibile insolvenza in considerazione della situazione di difficoltà temporanea della società Cliente.

In ragione di ciò l’Istituto di credito, tramite i propri tecnici, ha interesse a gestire il grado di rischio degli UTP onde evitare lo sconfinamento in crediti deteriorati.

Il credito definito, invece come NPL, costituisce già una sofferenza per l’Istituto ed è recuperabile solo tramite esecuzione forzosa.

La sfida chiave per le Banche e per gli intermediari attivi in questo settore è ora quella di supportare le imprese in difficoltà temporanea e sostenerle, per quanto possibile, nella ripresa economica  ponendo in essere strategie finanziarie a lungo termine più vicine a quelle dell’investment banking e del private equity, come la rinegoziazione e ristrutturazione del debito, rispetto all’approccio liquidatorio, spesso basato su cessioni massive, che caratterizza la gestione degli NPL.

 

Conclusioni

In sintesi, sebbene permangano criticità, fra tutte i ritardi della giustizia civile, sia a livello nazionale che comunitario, il contesto in cui le banche affronteranno la gestione del proprio portafoglio NPLs post pandemia è profondamente diverso da quello in cui esse hanno gestito la crisi precedente.

Il compito degli Istituti di credito è anche quello di saper individuare all’interno della categoria non-performing quelle “esposizioni” che possono ancora essere riportate in bonis, grazie ad interventi mirati.

Quando si parla di “sofferenze” è chiaro che l’approccio principale sarà quello del recupero, per cui la cessione di portafogli diventa la soluzione più percorribile.

Diverso è il discorso per gli UTP, che vista la loro miglior situazione, in un’ipotetica cessione, verranno offerti ad un prezzo di vendita decisamente più alto rispetto ad un portafoglio di crediti in sofferenza.

Per i portafogli UTP, dunque, l’obiettivo finale è quello di trovare soluzioni che riportino, come già detto, in bonis il debitore.

Da ciò ne consegue la necessità di un approccio personalizzato e multidisciplinare nella gestione degli UTP, con soluzioni tecniche più articolate, da individuarsi di volta in volta in funzione della specifica posizione.

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