08 Aprile 2020

COVID-19, anticorruzione e post-emergenza: intervista a Ida Angela Nicotra, Consigliere ANAC

GIACOMO GIUDICI

Immagine dell'articolo: <span>COVID-19, anticorruzione e post-emergenza: intervista a Ida Angela Nicotra, Consigliere ANAC</span>

Abstract

Ida Angela Nicotra, Professore Ordinario di Diritto Costituzionale presso l'Università di Catania e membro del Consiglio ANAC, discute con noi il rapporto tra emergenza COVID-19 e l'anticorruzione, con uno sguardo anche al post-emergenza.

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Professoressa Nicotra, in queste settimane di emergenza che hanno monopolizzato le nostre attenzioni si ha la percezione che altri grandi problemi del Paese, inclusa la corruzione, siano -per così dire- “sospesi”. Ci potete dare la vostra prospettiva: c’è effettivamente questa idea di semi-sospensione? Su cosa lavora ANAC in questo periodo, e come?

In queste settimane tutte le energie del Paese si stanno giustamente concentrando sulla necessità di superare l’emergenza dovuta alla pandemia da Covid–19. Data l’assoluta eccezionalità della situazione, e soprattutto a causa della chiusura di tutte le attività produttive ad eccezione di quelle essenziali, la percezione di una sospensione non è solo tale: anche dal punto di vista di ANAC, le occasioni di corruttela effettivamente diminuiscono.

E’ tristemente vero, però, che c’è chi specula anche proprio sulla tragiche avversità. Si sono registrati in questi giorni episodi di corruzione con riferimento all’appalto di operazioni di pulizia legate al virus. La Guardia di Finanza ha sequestrato nel torinese ottomila euro in mazzette per le procedure di affidamento delle attività di sanificazione di edifici comunali in relazione all’emergenza sanitaria. Ciò vuol dire che non bisogna mai abbassare la guardia.

Per il resto, l’Autorità Anticorruzione continua a svolgere come sempre la propria attività di prevenzione della corruzione stessa. Nel pieno rispetto delle nuove norme che impongono il distanziamento sociale, l’ANAC utilizza lo smart working per il lavoro degli uffici che hanno risposto con grande senso di responsabilità e per lo svolgimento settimanale del Consiglio. L’Autorità ha incrementato l’attività di vigilanza collaborativa alle stazioni appaltanti che la richiedono, per dare un supporto e facilitarne il compito e risponde ai quesiti di Pubbliche amministrazioni e operatori economici con i pareri di precontenzioso. ANAC, tenendo conto dell’emergenza sanitaria, ha recepito i contenuti dell’art. 103 del d.l. 18/2020 e ha sospeso i termini e gli adempimenti per tutti i procedimenti in corso.

Le preoccupazioni di tutti sono anche rivolte al post-emergenza: per quanto massicce possano essere le misure messe in campo dalla politica, è pressoché certo che ci aspetta e una nuova recessione. Nella vostra esperienza, esiste un rapporto tra crisi e corruzione?

E’ la prova più grande dalla nostra storia recente dal secondo dopoguerra. Bisogna perciò prepararsi alla fase due dell’emergenza: quella economica e sociale. In questa crisi è necessario un cambiamento di mentalità, come si farebbe in caso di guerra. La strada è tracciata da Mario Draghi che dalle colonne del Financial Times ha osservato che la risposta alla crisi deve comportare un aumento significativo del debito pubblico per sostenere la perdita del reddito del settore privato.  Nei cicli avversi dell’economia il ruolo dello Stato è quello di proteggere i cittadini e l’economia dagli shock di cui il settore privato non è responsabile e che non può riassorbire. L’Unione Europea è chiamata a fare la sua parte, coerentemente con i principi basilari del Trattato, e deve agire con spirito di vera e concreta solidarietà.

Con riferimento alla corruzione non credo che ci sarà un innalzamento del fenomeno corruttivo. Anzi ritengo che questo periodo così tragico della nostra vita collettiva possa contribuire a cementare l’idea di comunità, alla riscoperta dell’idea di Nazione, al rafforzamento di un patriottismo repubblicano, alla consapevolezza che prima ancora di rivendicare i propri diritti, bisogna essere disposti ad adempiere ai propri doveri. La pesante restrizione delle libertà fondamentali dei cittadini italiani giunge fino all’obbligo di stare in casa per proteggere la salute pubblica, il diritto alla vita di medici e infermieri, dei malati più fragili.

Il forte senso di responsabilità collettiva costituirà, tuttavia, l’eredità positiva di questa tragedia. Come ha affermato il Presidente Mattarella “nella ricostruzione il nostro popolo ha sempre saputo esprimere il meglio di sé, le prospettive del futuro sono alla nostra portata”. Mi lasci dire, però, che lo Stato deve dare risposte concrete e immediate a chi oggi non ha neanche i soldi per fare la spesa. Perché soprattutto in alcune città del Sud la disperazione delle persone più disagiate, di chi non guadagna nulla si può trasformare in rabbia e in disordini sociali. I buoni alimentari deve essere distribuiti subito, azzerando le lungaggini della burocrazia.

Che cosa vi aspettate, dunque, e c’è qualche pianificazione in cui siete già impegnati?

Per il breve periodo posso fare l’esempio della nostra delibera dell’1 aprile: abbiamo proposto di sospendere fino al 31 dicembre i contributi da versare ad ANAC per indire o partecipare a una gara d’appalto.  In base alla legislazione vigente, infatti, le amministrazioni che vogliono bandire un appalto e gli operatori economici che intendono prendervi parte devono corrispondere un contributo all'ANAC per la vigilanza che essa svolge sul settore dei contratti pubblici: per le imprese si va da 20 euro per gli appalti compresi fra 150mila e 300mila euro fino a 500 euro per le gare di importo superiore ai 20 milioni; da 30 a 800 euro il contributo previsto invece per le stazioni appaltanti. Ma con l'eventuale sospensione dei contributi, secondo le stime dell'Autorità basate sui dati del 2019, imprese e amministrazioni potrebbero conseguire un risparmio di oltre 40 milioni di euro.

Per il resto, l’ANAC è un’autorità amministrativa indipendente e non svolge funzioni legislative; può solo formulare proposte in ordine alle modifiche occorrenti in relazione alle discipline di sua competenza. Riallacciandoci a quanto dicevo alla fine della risposta alla domanda precedente siamo impegnati, da tempo, a suggerire  semplificazioni del quadro normativo e procedimentale. La competenza è del legislatore, a cui l’Autorità ha rivolto segnalazioni per migliorare il codice degli appalti, il decreto trasparenza, le norme di prevenzione della corruzione. Inviti rimasti, finora, inascoltati. Speriamo in un cambio di passo.

Si parla già di grandi cambiamenti nello stile di vita e di lavoro all’indomani del coronavirus. In questi tempi si è capito quanto la digitalizzazione possa essere una risorsa importante non solo per combattere la corruzione ma anche per garantire i servizi a favore dei cittadini, delle imprese e dei professionisti. A voler cercare qualcosa di buono in questa situazione, è possibile che l’esperienza di questi mesi migliori le prassi degli operatori pubblici?

In Italia la popolazione ha fatto più progressi in tecnologia nelle settimane di distanziamento sociale che negli ultimi anni. Nella tragedia della pandemia la digitalizzazione è stata la grande opportunità delle società contemporanee perché ci ha consentito di stare fermi e di andare avanti, nello stesso tempo. Con il lavoro agile il Paese è rimasto, almeno in parte, attivo, lavorando da casa. La scuola continua a funzionare attraverso le piattaforme di e-learning; professori e studenti impegnati con la didattica a distanza porteranno a termine l’anno scolastico.

Io ad esempio dalla mia casa in Sicilia ho lavorato da remoto senza bisogno di volare e raggiungere il luogo di lavoro nella Capitale e come me il 67% delle persone che non si sono potute spostare. Osservando i cieli italiani sono più puliti e meno inquinati. Formazione on line e smartworking diventeranno nuove opportunità da sfruttare pienamente anche quando l’emergenza sarà finita. Probabilmente non rimpiangeremo il passato perché avremo saputo cogliere i vantaggi del periodo più difficile.

L’Italia, nel prossimo futuro, dovrà investire sul digitale per potenziare le infrastrutture di rete in modo offrire le pari opportunità digitali su tutto il territorio nazionale. Mai come oggi, infatti, il “digital divide” ha fatto sentire i suoi effetti discriminatori.

Chiudiamo chiedendo se c’è un messaggio particolare che vi sentireste di lanciare al network che ci segue, composto in prevalenza da Avvocati, sia giuristi d’impresa sia attivi in Studi professionali?

Si entra in una nuova era. Nulla sarà più come prima, qualcosa di profondo sarà cambiato dentro ognuno di noi. Non sottovalutare mai gli eventi, che sembrano lontanissimi e invece sono vicini. La pandemia ha travolto il mondo, ci ha colto di sorpresa, increduli e disorientati dinanzi all’incapacità di combattere un nemico inatteso. La terribile crisi ci lascia anche una nuova consapevolezza. Perché forse nelle nostre vite frenetiche, piene di tante cose, da cui bruscamente siamo dovuti uscire, mancava qualcosa, forse la più preziosa. Il mostro invisibile che sta sconvolgendo la nostra esistenza ci ha restituito il tempo. Il tempo per conciliare affetti, famiglia, benessere, lavoro. Il tempo risorsa ritrovata per il futuro, che è già ora. Il Covid-19, dopo la tragedia, dovrà farci recuperare le nostre energie migliori.           

 

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