20 Novembre 2019

L’operazione “Mensa dei poveri” è un grido d’allarme per il mercato legale. Chi risponderà?

GIACOMO GIUDICI

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Abstract

Quella chiamata “Mensa dei poveri” è una delle operazioni investigative più importanti degli ultimi anni in Italia. Da maggio, la Direzione Distrettuale Antimafia sta indagando su decine tra amministratori pubblici, imprese e professionisti della Lombardia, ipotizzando l’esistenza di un esteso “sistema” di corruzione, finanziamenti illeciti e truffe ai danni dello Stato. In ben due filoni dell’inchiesta, l’affidamento esterno di incarichi legali sarebbe al centro degli illeciti. È l’ennesimo -e, stavolta, più forte che mai- grido d’allarme sulla delicatezza della questione. Una svolta non è più rinviabile.

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Dallo scorso maggio, la Direzione Distrettuale Antimafia ha lanciato un’operazione -chiamata “Mensa dei poveri”- che sta scuotendo il mondo della politica e degli affari in Lombardia. È iniziata con 43 indagati e si è poi allargata a macchia d’olio, arrivando a coinvolgerne più di 70. L’ipotesi investigativa è quella dell’esistenza di un vero e proprio sistema di corruzione, finanziamenti illeciti e truffe ai danni dello Stato che coinvolge amministratori pubblici, imprese e professionisti con epicentri a Milano e nel Varesotto.

La notizia, dal nostro punto di vista, è che l’affidamento esterno di incarichi legali da parte di Enti pubblici rientra in ben due filoni di “Mensa dei poveri”. Il primo è quello che coinvolge il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, sotto accusa per l’affidamento di un incarico legale (di assistenza a un organismo regionale) al suo ex socio di studio Luca Marsico. Gli inquirenti sostengono che la partecipazione di Marsico al concorso per l’incarico e la decisione di Fontana di affidarglielo sono entrambe illegittime, dati i rapporti tra i due. Si intende stabilire se l’atto di Fontana si configuri come illecito amministrativo o un reato. Nel secondo filone, il sindaco di Gallarate è indagato per turbativa d’asta. Secondo l’accusa, avrebbe pilotato la nomina di due avvocati nel contesto di un contenzioso che coinvolgeva una società municipalizzata del Comune di cui faceva parte colui che è considerato il possibile capo del sistema corruttivo, Nino Caianiello.

Come sempre, 4cLegal non intende pronunciarsi nel merito delle indagini, e gli accusati rimangono innocenti fino a prova contraria. A prescindere dell’esito dei casi specifici, tuttavia, rimane fermo un fatto: nel contesto di una delle operazioni giudiziarie più dirompenti degli ultimi anni in Italia, l’affidamento di incarichi legali emerge come un punto critico di opacità. Si tratta di un grido d’allarme per tutto il mercato legale (quello pubblico in primis, ma anche quello privato). Che fa seguito a quello, altrettanto forte, lanciato dall’ANAC ad ottobre con la relazione La corruzione in Italia (2016-2019), nella quale l’”assegnazione dei prestazioni professionali” (inclusi gli incarichi legali, quindi) è emersa come la nuova, grande catalizzatrice della corruzione.

Sono situazioni come queste a rendere evidente il bisogno di una svolta nell’affidamento esterno di incarichi legali. Riteniamo più urgente che mai che tutti gli operatori del mercato legale -enti pubblici e privati, direzioni legali, studi professionali e singoli professionisti- diano un segnale forte per affermare che i buoni principi e le buone pratiche in materia sono possibili e devono essere condivise.

4cLegal ha lavorato in questa direzione lanciando a ottobre, con ANUTEL e AIGA, il Protocollo d’intesa sul Mercato Legale 4.0, che afferma i valori (professionalità, tracciabilità e trasparenza, apertura e concorrenza) e gli strumenti (albi e confronti concorrenziali digitali) per affermare un nuovo paradigma di mercato legale. Che sia sinonimo di sostenibilità, e non di sospetti e incertezze permanenti.

Le adesioni al Protocollo d’intesa sul Mercato Legale 4.0 sono aperte e il documento è disponibile a questo link. Per chiedere informazioni e aderire, è sufficiente mandare un’email a comunicazione@4clegal.com. Ricordiamo che, a chi aderisce, 4cLegal assegna la licenza d’uso del Badge di Best Practice Mercato Legale 4.0.

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