18 Luglio 2022

Una banca e il suo territorio: Civibank, la prima banca benefit in Italia

ROBERTO CASSINA

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Abstract

CiviBank nasce nel 1886 come Banca Cooperativa di Cividale, le cui radici culturali affondano nella storia del mutuo soccorso, della cooperazione e delle banche popolari. Il ruolo storico è quello di azienda di credito per sostenere lo sviluppo dell’economia e del territorio, a tutti i livelli.

Nel 2021 CiviBank, che opera in 8 province del Friuli-Venezia Giulia e Veneto, con 64 sportelli e circa 600 dipendenti, ha deciso di modificare il proprio statuto e trasformarsi in Società Benefit, la forma giuridica per le aziende che prevede l’integrazione tra profitto e il perseguimento di obiettivi di bene comune.

Questa è la storia di quella scelta.

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Gli istituti di credito, in Italia come in Europa, stanno osservando un orientamento sempre più marcato verso la sostenibilità. La sensibilità della clientela per i prodotti green e responsabili è in aumento. Allo stesso tempo, la Commissione Europea sta lavorando su più fronti per aiutare l’economia nella transizione verso uno sviluppo sostenibile.

Si osserva quindi una doppia spinta verso la sostenibilità: down-top (dalla clientela) e top-down (dal legislatore). Scegliere di diventare una Società Benefit può essere un utile strumento per:

•darsi degli obiettivi di sviluppo sostenibile chiari ed integrarli nella strategia aziendale;

•rispondere alle richieste e alle aspettative della clientela;

•adeguarsi alle direttive europee e, di conseguenza, facilitare l’accesso a fondi comunitari e al credito bancario nel medio-lungo periodo.

 

La scelta di una banca e l’esempio per un territorio

L’obiettivo che ha spinto nel 2021 CiviBank a questa trasformazione statutaria è duplice:

•rendere il bene comune una parte integrante della strategia aziendale, e non relegarlo ad attività marginali (per esempio, iniziative filantropiche);

•essere di esempio alle imprese locali.

Non è da sottovalutare, inoltre, l’obiettivo di business. Essere una SB significa anche sviluppare servizi (nuovi e non) sempre più sostenibili per la clientela privata; significa anche venire incontro alle necessità delle imprese, sempre più incentivate a innovare in questo stesso settore. Essere una SB significa distinguersi sul mercato e rispondere a delle esigenze che si fanno sempre più diffuse.

Per questo oggi la banca punta a farsi promotrice di una finanza che produce ricchezza e benessere, e che allo stesso tempo integra nella propria strategia di business la volontà di proteggere l’ecosistema, valorizzare le persone, le comunità, il territorio e la cultura, di adottare e disseminare buone pratiche aziendali.

Perché un’impresa dovrebbe diventare una Società Benefit?

La risposta sta non solo nell’etica, ma anche nel business.

Ma nonostante la forma giuridica di SB esista dal 2015, e nonostante sia un primato italiano, essa non è molto conosciuta. Partiamo dunque con ordine.

 

Che cos’è una Società Benefit

La SB è una nuova forma giuridica di impresa, introdotta in Italia appunto nel 2015 (L. 208/15, Commi 376-384) e ispirata alle B Corporation americane. Le SB integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società, le persone e l’ambiente. L’Italia conta un primato non da poco: è stato il primo Stato sovrano (1) a introdurre una forma d’impresa a duplice scopo, il profitto e il bene comune.

Fondamentale è il purpose: il “perché” un’azienda è nel business. In quale modo il suo business può contribuire al bene comune?

 

Scelte di business

La sostenibilità è diventata un driver di innovazione paragonabile a quello che è stata l’innovazione tecnologica negli anni 2000. Non è più solo una questione di scelte etiche delle singole persone o delle singole imprese: la Commissione Europea sta portando avanti un lavoro complesso e sempre più articolato per aiutare la transizione verso un’economia sostenibile. Per esempio, il 2022 ha visto la pubblicazione (e l’acceso dibattito) sulla Tassonomia verde, una classificazione che stabilisce quali attività economiche sono da considerarsi ecosostenibili.

Che cosa significa questo per le imprese?

 

Clienti e reputazione

La domanda di prodotti, servizi e soluzioni che integrano i fattori ESG (ambientali, sociali e di governance) è in crescita. La sostenibilità ha già modificato i comportamenti dei consumatori e lo farà sempre di più. Secondo i dati del Capgemini Research Institute:

•il 64% dei consumatori sostiene che comprare prodotti sostenibili li rende felici quando fanno shopping;

•il 79% dei consumatori sta cambiando le proprie preferenze d’acquisto in base all’impatto sociale o ambientale dei propri acquisti.

(dati di marzo 2020, studio su 7520 consumatori).

 

Investitori

Anche gli investitori cominciano a muoversi in questa direzione. Basti pensare alle dichiarazioni di Larry Fink (CEO del colosso finanziario BlackRock), che nella sua lettera annuale ai CEO ha detto chiaramente che sostenere le politiche climatiche è una scelta di profitto: “Ci concentriamo sulla sostenibilità non perché siamo ecologisti, ma perché siamo capitalisti. Ogni impresa e ogni settore usciranno trasformati [dallo spostamento verso gli investimenti sostenibili], a causa della transizione verso un mondo a zero emissioni. La domanda ora è: voi sarete tra coloro che guideranno il cambiamento o tra chi sarà guidato?”.

 

Credito

La Commissione Europea ha definito un Action Plan composto da 10 azioni per finanziare una crescita sostenibile. Il     Piano d’Azione   sulla   finanza sostenibile illustra le misure che la Commissione Europea intende adottare per orientare il mercato dei capitali verso un modello di sviluppo sostenibile, inclusivo e in linea con gli impegni assunti nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima.

Le misure introdotte dalla Commissione puntano a:

•orientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili;

•gestire in modo più efficace i rischi finanziari che derivano dal cambiamento climatico, dal consumo di risorse, dal degrado ambientale e dalle disuguaglianze sociali;

•migliorare la trasparenza e incoraggiare un approccio di lungo periodo delle attività economico-finanziarie.

Queste indicazioni spingeranno gli istituti di credito a prediligere sempre di più imprese e progetti sostenibili, o con le idee chiare su come innovare in tal senso.

 

(1) Alcuni Stati degli Stati Uniti hanno introdotto leggi simili prima del 2015, ma non esiste ancora una legge federale in merito (quindi valida per tutto il Paese).

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