23 Gennaio 2023

È giunto il tempo dei Robot Lawyer?

ALESSANDRO GIAUME

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Abstract

Per la prima volta nella storia dei dibattimenti, in un tribunale degli Stati Uniti si assisterà all’intervento di una intelligenza artificiale, grazie alla quale l’imputato si potrà difendere, potendo disporre di una pressoché illimitata conoscenza di quanto fino a quel momento espresso dalle sentenze in relazione alla fattispecie specifica oggetto del dibattimento stesso.

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Potrebbe essere probabilmente la prima volta che una applicazione, in questo caso DoNotPay, il cui funzionamento è basato su un algoritmo di intelligenza artificiale, sarà alla base della strategia difensiva di un imputato in un tribunale.

DoNotPay è nata nel 2015, inizialmente pensata come applicazione utile a contestare le multe per divieto di sosta, dopo che il suo creatore Joshua Browder, uno studente della Stanford University, ne aveva collezionate un certo numero e aveva iniziato a interessarsi attivamente a come poterne gestire proficuamente il processo di ricorso, dopo che anche lui era capitato di doverlo attivare.

Da allora DoNotPay è cresciuta, includendo altre funzionalità pensate per aiutare gli utenti in diverse fattispecie di problemi legali come la protezione dei consumatori o il diritto all’immigrazione. Fino a diventare, grazie anche all’aiuto che riceve dalla piattaforma Watson di IBM, un vero e proprio “Robot Lawyer”, che si occupa di rimborsi relativi a prenotazioni aeree e alberghiere, di prove gratuite che, senza che se ne autorizzi la prosecuzione, si trasformano automaticamente in contratti, fino a tematiche molto più delicate come le domande di alloggio per i senzatetto.

La tecnologia di DoNotPay, basata sulla piattaforma GPT-3 di OpenAI, ha fino ad oggi goduto di considerazione tra gli utenti ed è stata di aiuto nella scrittura di veri e propri documenti legali, finalizzati ad esempio alla richiesta di un congedo di maternità esteso, come riportato da The American Lawyer.

È stata a dire il vero anche oggetto di recensioni per certi versi contrastanti, in particolar modo in relazione a un suo uso per le questioni più critiche e delicate. Questo non le ha però impedito di raccogliere capitali sul mercato dei VC e di avere una valutazione di oltre 210 milioni di dollari alla fine del 2021.

E oggi si affaccia per la prima volta alla sbarra di una Corte di Giustizia negli U.S., forte del convincimento del fondatore. Browder ha molto chiaro il suo obiettivo: “My goal is that the ordinary, average consumer never has to hire a lawyer again.”

 

Innovazione e mercato legale

Le applicazioni di intelligenza artificiale sono in grado di accedere rapidamente a grandi masse di dati e definire, sulla base di eventi o circostanze che si ripetono, le migliori strategie decisionali.

In questo caso l’applicazione potrà:

  1. “ascoltare” quanto accade in aula
  2. accedere al proprio illimitato database di sentenze espresse sui medesimi temi nel passato 
  3. suggerire al contendente la miglior strategia possibile sulla base dell’effettivo svolgersi del dibattimento, cercando il miglior match con quanto già accaduto

A tutti gli effetti questo è il primo test di un nuovo possibile sviluppo che DoNotPay potrà affrontare, comunque il caso specifico si svolga e si concluda. Un vero e proprio MVP (Minimum Viable Product), testato non con un dataset predisposto ad hoc, ma in ambiente reale.

La dichiarazione di intenti di Browder assume oggi un peso e una valenza non secondaria, in particolare se applicata al contesto statunitense il cui modello di ordinamento giuridico fa riferimento alla Common Law, basata sui precedenti giurisprudenziali, dove la ricerca rapida di casi che possano essere utilmente presi a riferimento rappresenta un vantaggio competitivo non secondario.

 

Un futuro per i robot lawyer

Questo potrà anche probabilmente essere un primo caso, ma, pur con le dovute cautele e la naturale circospezione che in questi casi è sempre bene adottare, pensiamo che non sarà di sicuro l’ultimo.

Non prevediamo che i robot sostituiscano i professionisti, anche vista di un sempre più semplice accesso a queste tecnologie, non dimentichiamoci che strumenti come GTP-3 sono di fatto gratuiti. Né che se ne possa immaginare una completa autonomia per determinati ambiti.

Ma una cosa di cui possiamo essere ragionevolmente sicuri e che ci sentiamo di dire è che già oggi si sta tracciando uno sviluppo fino a non molto tempo fa inatteso, in particolar modo per un mondo legato alla tradizione e alle prassi come quello legale.

Presto questo caso sarà seguito da altri, che vedranno i robot lawyer incontrare nelle proprie ricerche sentenze con alla base dibattimenti allo svolgimento dei quali altri robot lawyer avranno dato un proprio contributo.

E la crescita continua delle competenze e della propria capacità adattiva diventerà una necessità ineluttabile per chiunque voglia avere un ruolo nel mercato legale a venire. 

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