06 Agosto 2018

Il mondo del lavoro dopo la laurea?

ROSSELLA GIACCHI

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Abstract

Il passaggio da università a mondo del lavoro è più complesso di quello che da studenti si possa immaginare. Oltre i confini accademici si scopre un mondo del lavoro in costante mutamento e quanto mai sfidante, per cui è indispensabile un atteggiamento "open mind". Come affrontarlo?

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Un bel giorno … mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana …” (Borotalco).

La frase di Cesare Cuticchia, o meglio Manuel Fantoni, mi sembrava la battuta d’inizio perfetta! È stata dura! Mi sono laureata, pensavo di aver raggiunto il traguardo, credevo di essere libera, ma la verità è che non avevo la più pallida idea di cosa mi aspettasse e di cosa volessi fare, una volta tolta la corona di alloro. Giurista d’impresa, giurista di pubblica amministrazione, avvocato, notaio, magistrato, broker di assicurazione, consulente del lavoro, esperto in relazioni industriali, credit manager, direttore vendite, direttore risorse umane? Non lo so ancora a 40 anni, figuriamoci a 24!

Avere una laurea non significa avere le “dritte” necessarie per cercare lavoro. Cercare lavoro è un’abilità, un insieme di competenze, nozioni e consapevolezze che si devono avere per poter riuscire nell’intento di trovarlo. Cercare lavoro è un lavoro! Non sono previsti esami, nel corso di laurea, per imparare a trovare un impiego, né ci sono ore dedicate a tale scopo, durante le quali ti insegnano come affrontare il mondo FUORI dell’Università. Né tantomeno specifiche attività che aiutino ad orientarsi, a conoscersi, a capire le proprie capacità e le proprie inclinazioni, ad immaginare insomma il proprio futuro.

Inutile girarci attorno, studiare e lavorare sono due mondi diversi! Quando si studia, si ha una rete di appoggi intorno fatta di compagni e Professori, che intervengono al presentarsi di un problema. Ci si muove in una comfort zone.

Sul lavoro è differente: nessuno ti spiega come accedervi, nessuno poi ti dirà cosa fare e come farla, nessuno ti affiancherà per socializzare più velocemente con la cultura organizzativa. Adattamento, improvvisazione e determinazione saranno le uniche armi vincenti per raggiungere lo scopo.

Il concetto base è che si deve imparare a distinguere quello che ci si aspetta come possibile realtà da quello che si vorrebbe che accadesse … questo è una delle trappole più pericolose.

Il mondo del lavoro è un piccolo universo fatto di intricate situazioni ed entrare a farne parte è già di per sé un'impresa ardua.

Mi sono laureata in corso e pensavo di voler fare l'avvocato per difendere i più deboli, volevo essere una paladina di giustizia, ma non sapevo bene cosa significasse, né tantomeno sapevo cosa volesse dire fare l'avvocato. Ho iniziato così la pratica forense, ma, al termine, ho capito che non volevo continuare la libera professione. Non sapevo cosa avrei voluto fare, ma almeno avevo capito cosa non avrei voluto fare.

E così ho ricominciato da capo. E dopo una quantità spropositata di Curricula spediti, colloqui, stage e contratti a tempo determinato, è arrivato l'agognato contratto a tempo indeterminato. E da lì è iniziato il mio viaggio...

Ciò che personalmente mi ha aiutato nei vari step è non pensare che si debba rimanere nel percorso intrapreso fino a quel momento. Così come, in quattro anni di Università, la propria personalità può cambiare, anche nel mondo del lavoro si può cambiare strada. L’importante è cogliere i segnali che il mercato, in continua evoluzione, lancia, sia che si stia cercando il primo posto di lavoro, sia che si stia cercando di ricollocarsi e trovare nuove alternative professionali.

Ogni colloquio, ogni esperienza lavorativa può contribuire a tirare fuori caratteristiche e a scoprire capacità e conoscenze che non si credeva di avere, sradicando contestualmente timori e false credenze. Al contempo, ciascuna competenza può essere applicata trasversalmente a differenti tipi di attività.

L'importante è osare, mettersi alla prova, fare colloqui ed esperienze, anche se ci si sente confusi e disorientati; talvolta, il risultato del colloquio può essere negativo, ma sarà sempre un’esperienza che ti avrà arricchito. Non bisogna fermarsi, ma cercare e reinventarsi ogni giorno. Il tempo farà la sua parte. Si potrà sbagliare, ma si imparerà con l’esperienza a scegliere e non a essere scelti.

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