05 Agosto 2020

4cLegal Academy II | Intervista a Michela Tinazzi e Paola Di Capua di DAS

ANTONIETTA D'AGNESSA

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Abstract

DAS - Compagnia di Generali Italia specializzata nella tutela legale - è una delle sette aziende che esprimeranno un Docente nella seconda edizione della 4cLegal Academy. In questa intervista, incontriamo Michela Tinazzi (Head of Market Development) che ci racconta più da vicino di cosa si occupa DAS e Paola Di Capua (Head of Claims & Legal Assistance), che assieme a Roberto Grasso (Director & General Manager), sarà docente in questa seconda edizione dell’Academy e incontrerà i giovani finalisti: cosa si aspettano da queste giovani promesse del mercato legale?

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Dottoressa Tinazzi, cominciamo da lei. Ci può dire qualche parola, preliminarmente, su che cosa sia la tutela legale, in modo da inquadrare l’attività di DAS?

Certamente: la tutela legale è un ramo assicurativo ancora relativamente poco diffuso in Italia, a differenza degli altri Paesi Europei dove è molto sviluppato. Ma il trend, anche da noi, è di continua crescita. In sintesi, una polizza di tutela legale garantisce al cliente consulenza e assistenza legale per far valere i propri diritti in ogni sede: dal componimento bonario di una vertenza ai vari gradi di un giudizio in tribunale. L’impegno che ci distingue è quello di trovare - dove è possibile- soluzioni stragiudiziali ai bisogni dei nostri clienti, per garantire tempi rapidi di definizione delle controversie ed evitare le sedi giudiziali, che hanno tempistiche di gestione molto lunghe e incerte.

Quali sono i vostri “clienti-tipo”, e quali i vostri punti di forza?

Il nostro “cliente-tipo”, soprattutto in questo particolare momento storico, economico e sociale, è la partita IVA, anche se sotto a questa etichetta ci sono realtà molto diverse tra loro: professionisti, piccole e medie imprese e anche grandi aziende. Il nostro punto di forza è la vicinanza al cliente. Colloquialmente, diciamo spesso di non essere semplici “pagatori di parcelle”, nel senso che il nostro obiettivo è quello di offrire un servizio continuativo e di seguire chi ci sceglie durante tutto il suo percorso, aiutandolo a prendere le decisioni migliori. Assumersi gli oneri della consulenza e assistenza legale o peritale è solo l’ultimo step.

Avvocato Di Capua, passiamo a lei. DAS ha naturalmente molto a che fare con Studi legali: che cosa cercate nei vostri partner?

Tante cose, devo dire. Professionalità e competenza in primis, ma anche tecnologia -che corrisponda al nostro essere innovativi- organizzazione e capacità di comunicazione. Insisto su questo ultimo punto, meno scontato magari, perché per noi “empatia” equivale a “servizio”. Facendo eco a quanto diceva Michela [Tinazzi], aggiungo anche la flessibilità, che è dote rara ma preziosa, come abbiamo visto ad esempio nelle settimane dell’emergenza coronavirus.

E a un giovane che avesse l’ambizione di lavorare per DAS, dell’età ad esempio dei concorrenti dell’Academy, che cosa chiedereste a livello professionale?

Rispetto alle caratteristiche che ho appena chiamato in causa, e che rimangono necessarie, aggiungerei certamente la curiosità. Questa, declinata in senso strettamente operativo, significa problem-solving: si scopre che ci sono modi diversi di fare le cose. Più generalmente significa innovazione ed evoluzione verso il futuro, cose a cui teniamo molto.

Chiudiamo allora agganciandoci a questa ultima considerazione. Se scorrendo i CV di alcuni candidati per DAS trovaste che uno ha partecipato a un legal Talent come l’Academy, per voi equivarrebbe a un segno positivo di curiosità?

Assolutamente sì, e la nostra partecipazione a questa iniziativa lo testimonia. Dal mio punto di vista, avere partecipato a un Talent peculiare come l’Academy significa voglia di mettersi in gioco, e fiducia nelle proprie capacità di comunicazione al punto da non avere eccessiva “ansia da telecamera”. Sono indizi certamente positivi, che poi dovranno essere supportati da conoscenze e competenze.

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