28 Gennaio 2020

Il bagaglio culturale del praticante avvocato

MARIO ALBERTO CATAROZZO

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Abstract

Tra pochi giorni si chiuderanno le candidature per la seconda edizione della 4cLegal Academy e noi tre giudici avvieremo il processo di selezione per identificare i 5 finalisti che affronteranno le prove del Legal Talent. Solo 5 neolaureati brillanti avranno l’opportunità di vivere una esperienza che a quell’età è davvero unica!

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Come per la precedente edizione noi tre giudici ci divideremo i compiti in modo da valutare adeguatamente la preparazione, le competenze e le attitudini dei candidati. Si parte con le competenze giuridiche, dal voto di laurea alle esperienze fin qui acquisite nella pratica professionale, per poi passare agli aspetti più HR, quindi la redazione del curriculum e come si è realizzato il video cv che ci permetterà di selezionare il candidato, fino alle soft skills, quindi la motivazione, l’energia, le capacità empatiche.

Questi tre stessi ambiti saranno poi sondati puntata per puntata in modo da decretare ogni volta il vincitore della puntata.

Quando si parla di pratica legale tutti pensano sempre al valore delle competenze tecnico-giuridiche, che sicuramente sono centrali e imprescindibili.
La vita di un avvocato dimostra però che per essere un avvocato di successo, per avere soddisfazione nella professione e per instaurare relazioni positive con i clienti e i prospect la bravura tecnica non basta. Ci vogliono altre doti spesso poco considerate. È un po’ come il compagno di classe al liceo, bravissimo a scuola, che esce a pieni voti e poi nella vita realizza tutto sommato poco, meno di quanto ci si sarebbe aspettati.
Al contrario vi sarà capitato di incontrare il vecchio compagno di classe, uscito dalla maturità a mala pena e che poi nella vita ha avuto successo e ha realizzato grandi cose. Perché è andata così? La spiegazione ce la danno oggi le neuroscienze che parlano non più solo di QI, ma anche di QE. Se il primo indica il quoziente di intelligenza, che potremmo spannometricamente far corrispondere alla preparazione di un professionista e alla sua capacità logica e potenzialità cognitive, il secondo indica il quoziente empatico, quindi la capacità di riconoscere e gestire le emozioni e di entrare in contatto con le emozioni delle altre persone. I due non sono sullo stesso piano di importanza, perché come Daniel Goleman (psicologo) e poi altri neuroscienziati hanno dimostrato, l’intelligenza emotiva conta più dell’intelligenza cognitiva nel successo e in una vita soddisfacente.

La domanda che i ragazzi, giovani promesse del diritto, si dovrebbero porre è dunque quanto contano le soft skills nella loro preparazione e sul loro futuro. Parliamo delle capacità di parlare in pubblico, di entrare in empatia con le persone, di instaurare relazioni efficaci, di saper negoziare, di saper gestire i conflitti, di saper affrontare le sfide con creatività e flessibilità, di sapersi motivare, di saper lavorare in team e di avere flessibilità di pensiero.

Queste saranno le attitudini che verificherò puntata dopo puntata per i nostri finalisti, dando consigli e spunti di riflessione per migliorare giorno dopo giorno e uscire da questa esperienza con un bagaglio culturale completo e con la consapevolezza che un grande avvocato non può prescindere da grandi doti umane e non solo professionali.

 

 

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