16 Febbraio 2022

Intervista ad Alessandra Bini, Direttrice affari legali IBM Italia e docente 4cLegal Academy

REDAZIONE

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Conosceva già la 4cLegal Academy? Cosa l'ha spinta ad essere coinvolta in questa iniziativa?
Ne avevo sentito parlare, anche se non ne conoscevo esattamente i dettagli. Sicuramente mi hanno spinto a partecipare la voglia di uscire dall'ordinario tramite un'esperienza nuova e fresca. La possibilità di confrontarmi con i giovani che hanno deciso di intraprendere ora questa professione, in un format sfidante e arrichente.
In particolare, trovo che la possibilità per giovani talenti di affrontare sfide intellettuali e di lavorare in squadra per trovare soluzioni audaci stimoli lo sviluppo di un mindset creativo e dia la possibilità di imparare lezioni preziose in un contesto senza dubbio unico ed esclusivo.


Come è stato per lei interpretare il ruolo di docente?
Nel nostro caso, il ruolo di docente è stato interpretato non solo da me, ma anche dal mio team. Ci siamo dedicati insieme alla scelta del "case study" ed è stato sicuramente molto interessante vedere come i concorrenti lo hanno interpretato e scoprire  quali aspetti li hanno maggiormente stimolati, sforzandosi di applicare principi di diritto tradizionali a tematiche sicuramente innovative e sfidanti. Devo dire che non se la sono cavata male!
Per Scewit, Il ruolo di docente ha rappresentato una sfida stimolante, perché da un lato ha cercato di spingere i concorrenti a ragionare in modo creativo, rispettando i principi generali del diritto e dall'altro ha cercato di dare loro gli strumenti per condurre un pensiero critico e innovativo senza proporre soluzioni, lasciandoli ragionare in modo autonomo. L'adrenalina e la tensione del team, i ragionamenti affrontati insieme e le soluzioni proposte dalle due squadre al termine della giornata le hanno lasciato un ottimo ricordo.

Alessandro, come Manager in IBM abituato a confrontarsi quotidianamente con il suo team e ad avere un ruolo di coaching, ha affrontato il ruolo di docente con il taglio di un coach più che di un docente tradizionale, ritenendo questo metodo di insegnamento più efficace e produttivo.

Giorgia, anche lei manager in IBM, si è messa in gioco, traendo spunto da ciò che è abituata a fare nella sua veste professionale quotidiana, cercando di trasmettere tutte le informazioni agli studenti per metterli nella condizione di risolvere i casi e per poter condurre un’analisi nel modo più compiuto e concreto possibile, cercando di pensare a ciò che avrei chiesto se fossi stata al loro posto. Per lei stato sicuramente un interessante momento di scambio.
In generali siamo tutti rimasti molto colpiti dalla solida preparazione accademica degli studenti e dalla loro capacità di inquadrare velocemente la situazione all’interno della disciplina normativa di riferimento e di proporre soluzioni, anche creative.


Come è stata per lei l'esperienza del praticantato?
Il mio praticantato è stato "tradizionale" ed è stata un’esperienza di crescita e formazione, un periodo imprescindibile non solo per il mio percorso professionale, ma anche personale.
Durante il praticantato ho appreso molto da professionisti esperti grazie all’ascolto e al tempo dedicato allo studio e alla ricerca applicata ai casi reali trattati.
Il praticantato mi ha fornito un bagaglio di esperienza che difficilmente avrei potuto acquisire in altri contesti, grazie alla focalizzazione su specifici ambiti di specializzazione e al livello di approfondimento che l’attività in studio mi ha permesso di svolgere.
Il grado di precisione e il metodo applicato mi hanno permesso di praticare l'esercizio del ragionamento teorico da applicare alle questioni più disparate della vita reale, focalizzandomi poi in particolare sul diritto civile, delle imprese e delle società.


Quali sono le caratteristiche che IBM ricerca quando vuole assumere un giovane avvocato? 
La formazione accademica e le esperienze di formazione rivestono una grandissima importanza per IBM nella ricerca di giovani talenti, e questo anche per i giovani avvocati. Sicuramente la competenza e le capacità di capire le sfide professionali dell'innovazione sono caratteristiche importanti nei processi di selezione, così come, ovviamente, la capacità di comunicare anche utilizzando strumenti veloci e non "tradizionali".  Serve anche l'intraprendenza, la voglia di crescere come professionista e di contribuire alla crescita dell'azienda. La capacità di affrontare i cambiamenti con slancio. E la capacità di divertirsi e essere grandi team player, in un team che è genuinamente internazionale.

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