11 Marzo 2021

L’iniziativa “We Race as One” in Formula 1: un modello da emulare?

DAVIDE BEATRICE

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Abstract

Partendo dal concetto di “We Race as One” e dalla sua applicazione nella stagione 2020, si cerca di analizzarne sia gli sviluppi che le opportunità che, questo modello, ha di divenire un’iniziativa di più ampio respiro, adottabile ed adattabile alla maggior parte degli sport e non solo.

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Cos’è “We Race as One”?

La Formula Uno è universalmente riconosciuta nel mondo per diversi fattori, i più significativi sono legati ai concetti di velocità, agonismo e innovazione. Tra le caratteristiche che difficilmente si attribuirebbero a tale organizzazione ci sono sicuramente quelle di carattere etico-sociale, in quanto il Motorsport, seppur garantendo principi morali e giuridici, non ha mai apertamente sostenuto cause o diritti inerenti l’uguaglianza e la non discriminazione. Le ragioni di ciò, sono da legare a quanto esposto, tra gli altri, dalla Commissione europea. Essa, dopo aver svolto diverse indagini, constatò che, nonostante alla FIA spettasse il diritto di disciplinare e regolamentare gli sport motoristici, in tali ambiti fosse presente un’indubbia natura economica e che essa si palesasse in modo dirompente nella Formula Uno, ricavando da ciò la necessità di applicare a tali organismi le regole europee in materia di concorrenza[1]. Tale contesto permette di comprendere come questo sport sia da sempre stato permeato prettamente da fattori di tipo economico che, come ben noto, spesso finiscono per essere difficilmente conciliabili con fattori di tipo etico, o almeno così è stato fino all’inizio dello scorso campionato sportivo.

Con l’inizio del campionato 2020 Liberty Media, detentrice dei diritti della classe regina del Motorsport, ha dato vita ad una fondazione chiamata “We Race as One” il cui scopo è quello di sensibilizzare il pubblico a temi di forte impatto sociale. Nella prima stagione in cui tale fondazione ha avuto un ruolo nella F1, il suo scopo è stato quello di sensibilizzare verso temi quali: la lotta contro la pandemia Covid-19 e la battaglia contro la discriminazione razziale, legata alla campagna “Black Lives Matter” per i diritti degli afroamericani.

Tale scelta crea un forte punto di rottura che segna l’epocale cambiamento che la FIA sta attuando nei confronti del Motorsport. Quest’ultimo era sempre rimasto estraneo a battaglie ideologiche ma, alla luce del contesto attuale, si è compreso come uno sport capace di una tale attrattiva, non possa restare inerme davanti a tali tematiche.

 

La sua evoluzione

Dopo il suo primo anno di attività la FIA ha deciso di sovvenzionare la fondazione con una donazione di un milione di dollari affinché potesse ampliare il suo raggio d’azione. Bisogna ricordare infatti che la Fédération Internationale de l’Automobile collabora con i principali organismi internazionali, ad esempio ONU, su temi di forte rilevanza sociale che, fino a questo momento, erano stati principalmente legati alla sicurezza stradale, uno dei punti fondanti a cui la FIA fa rifermento come facilmente evincibile dall’art. 2.2 del suo statuto[2].

Attraverso questa donazione che ha principalmente la funzione di svolgere un riconoscimento dell’attività svolta da We Race as One, quest’ultima ha potuto ampliare il suo raggio d’azione, con l’integrazione di più vasti e ambiziosi risultati.

Da quest’anno la fondazione ha deciso di aggiungere ai suoi obbiettivi temi ancora più complessi e di larga veduta. Nel 2021 saranno tre le macro-aree di maggiore interesse e sono:

-Diversità ed inclusione;

-Sostenibilità;

-Comunità.

Per quanto riguarda il primo punto merita di essere sottolineata la campagna che ha lo scopo di attrarre nel mondo del Motorsport le donne che, a onor del vero, si trovano spesso a dover combattere stereotipi e discriminazioni di antica natura e che sono ormai da ritenere inaccettabili. Fiore all’occhiello di questa iniziativa è la creazione di un programma legato allo sviluppo e il sostegno dei piloti femminili.

Per quanto concerne la sostenibilità è da menzionare il progetto che vede le emissioni di CO2 azzerate entro il 2030. Idea ambiziosa, ma che rende bene il concetto di quanto il tema della sostenibilità ambientale stia diventando sempre più sentito, anche in ambiti dove fino a poco tempo fa veniva ignorato.

Infine per quanto riguarda il punto legato alla comunità è da apprezzare l’idea di creare rapporti con tutte le comunità locali con cui la Formula 1 si trova ad entrare in contatto. Esse infatti, se si escludono dal novero i Gran Premi di maggior prestigio, hanno spesso a che fare con aree che presentano forti criticità, nonché forti squilibri dal punto di vista economico-sociale[3].

 

We Race as One è un modello da emulare?

Partendo da quanto esposto in precedenza non si può che constatare quanto un modello come quello presentato da We Race as One non possa che essere auspicabile per tutte le organizzazioni di carattere sportivo e non solo, maggiormente per quelle che fino ad oggi si erano sempre tenute distanti da tali temi proprio come Formula Uno. È lapalissiano come nel contesto odierno non sia più possibile concepire entità economiche e sportive distanti da questi temi che, giorno dopo giorno, diventano sempre più rilevanti e legati alla collettività. Tale ideologia è sostenuta anche dal nuovo CEO di Liberty Media, Stefano Domenicali, il quale ha dichiarato che “tale piattaforma sta sviluppando una forte consapevolezza nel mondo del Motorsport e che questa strada sarà un percorso a lungo termine da seguire negli anni avvenire”[4].

In conclusione We Race as One rappresenta un cambio epocale nel mondo della Formula Uno, che va ad aggiungersi ad una serie di cambiamenti davvero positivi che la FIA sta conseguendo al fine di ringiovanire il Motorsport e di donargli un nuovo ed inedito ruolo in ambito sociale. Proprio per questo, tale iniziativa merita un plauso con la speranza però che i programmi enunciati vengano rispettati e che dimostrino come anche questo mondo possa assurgere a ruoli di carattere etico sociale di così alta rilevanza.

 

[1] E. Greppi, M. Vellano, Diritto internazionale dello sport, p.354, Giappichelli, Torino, 2010

[2] Art. 2.2, FIA Statutes, 2021.

[3] Per un approfondimento consultare: https://corp.formula1.com/formula-1s-weraceasone-initiative-to-continue-in-2021-with-three-new-areas-of-focus/

[4] Vedi nota precedente.

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