05 Giugno 2020

L’innovazione tecnologica nella filiera agroalimentare a tutela del consum-attore

GLORIA MARINO C.

Immagine dell'articolo: <span>L’innovazione tecnologica nella filiera agroalimentare a tutela del consum-attore</span>

Abstract

La realizzazione di una crescita intelligente, sostenibile, solidale non può prescindere dall’impiego degli strumenti forniti dalla rivoluzione tecnologica. L’utilizzo della blockchain e degli smart contract nella filiera agroalimentare è funzionale al riequilibrio delle posizioni contrattuali ed opera a presidio del mantenimento della qualità del prodotto lungo il percorso dal produttore al consumatore.

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Innovazione tecnologica e mercato informato

L’intenso sviluppo tecnologico che caratterizza questo momento storico è portatore di un impatto socio-economico e culturale dirompente, in grado di determinare un avvicinamento dei soggetti grazie all’infosfera, spazio informativo dell’epoca digitale che coinvolge tutti gli ambiti della vita.

L’innovazione digitale rappresenta una leva strategica per il settore agroalimentare, in grado di offrire maggiore competitività a tutta filiera. Supporta l’agricoltura verso sistemi sostenibili che garantiscano sicurezza alimentare e nutrizionale nel rispetto di equilibri economici, sociali e ambientali, in funzione della garanzia di sviluppo anche delle generazioni future.

Innumerevoli sono le soluzioni fornite dallo Smart Agrifood che consentono la tracciabilità e la riconoscibilità dei prodotti italiani, al fine di contrastare la contraffazione del Made in Italy e di favorire l’affermazione di una democrazia alimentare, in cui emerga il ruolo del consumatore nella definizione delle dinamiche della filiera. Il recupero dell’autodeterminazione della persona nelle scelte alimentari è funzionale alla piena operatività dell’uso politico dei consumi.[1]

In tal senso operano le tecnologie blockchain, promotrici di nuove modalità di interazione e collaborazione tra persone e imprese.

La logica coltivare dati per raccogliere valore è coerente con la declinazione del mercato come ambiente informato. La disponibilità di un quadro informativo esaustivo è strettamente funzionale all’adozione di scelte ragionevoli.

 

La blockchain a presidio della filiera agroalimentare

Il valore assunto dalla filiera, non solo economico ma anche etico e sostenibile, genera un nuovo paradigma produttivo, basato sulla tracciabilità, visibilità e verifica dell’origine e del percorso svolto dal prodotto. La blockchain è una tecnologia informativa innovativa estremamente versatile che consente di immagazzinare e conservare informazioni, superando i limiti dei precedenti database: il rischio di manomissione e la perdita dello storico ad ogni sovrascrittura.

La valorizzazione della qualità e delle eccellenze produttive attraverso l’utilizzo della blockchain è funzionale all’acquisto di un potere negoziale più forte nelle diverse catene del valore.

Le peculiarità di tale tecnologica la identificano come un’innovazione potente e complessa, democratica e potenzialmente solidale, basata su un nuovo concetto di fiducia.

Avvalendosi della tecnologia blockchain è possibile certificare i diversi passaggi dei prodotti lungo la filiera e consentire alle parti interessate di accedere ad un’unica fonte certificata di informazioni dell’intera attività posta in essere, potendo effettuare verifiche in piena autonomia. Tale innovazione tecnologica persegue obiettivi di decentralizzazione, trasparenza, sicurezza e immutabilità dei dati.[2]

La creazione di una carta d’identità digitale del prodotto è in grado di restituire consapevolezza d’acquisto ai consumatori, permettendo loro di effettuare scelte eticamente sostenibili. In tal modo il consumatore - diventato consum-attore - assurge a fattore di successo delle imprese nel mercato di riferimento, costituendo l’accesso alla filiera uno strumento di formazione delle opinioni.

 

Gli smart contract e l’avvento della legaltech

L’applicazione della blockchain nella filiera agroalimentare determina l’accessibilità alle informazioni e la loro immutabilità. Tale caratteristica dei dati raccolti rende le transazioni più solide, che trovano nello smart contract uno strumento di tutela e di garanzia.

La contrattualista nel settore alimentare costituisce la chiave di volta per la corretta gestione dei rapporti della filiera, non più confinata alla mera regolamentazione dei diritti e doveri delle parti, ma votata a una più ampia funzione di garanzia stessa della filiera.

Tale funzione risulta rafforzata attraverso l’utilizzo di strumenti di contrasto alle pratiche commerciali sleali rappresentati dalla blockchain e dagli smart contract. Lo squilibrio di potere contrattuale esistente tra gli operatori del settore agroalimentare, che determina il proliferare di pratiche commerciali sleali (ritardi nei pagamenti, modifiche unilaterali dei contratti, anche con effetto retroattivo, rifiuto della forma scritta, trasferimento dei costi delle promozioni nei locali ai fornitori), risulta, infatti, attenuato dall’utilizzo di procedure decentralizzate su sistemi a basso livello di manomissione.

Ricorrendo agli Smart Contract - cd. contratti intelligenti o contratti automatici basati sulla blockchain - è possibile programmare, automatizzare e semplificare le transazioni all’interno della filiera, eliminando ulteriori controlli. Operano come strumento a presidio del mantenimento della qualità del prodotto lungo la filiera impendendo, ad esempio, in automatico che un prodotto che abbia superato la temperatura stabilita lungo le fasi di trasporto possa essere accettato e pagato dall’acquirente. Rappresentano una risposta alla domanda di automazione affidabile proveniente da fenomeni quali l’Industria 4.0 e la Smart Agrifood.

Gli Smart Contract inseriti all’interno di una blockchain godono di un enforcement pressochè automatico ed immodificabile delle obbligazioni: si basano sulla logica del “if-this-then-that”, ossia al verificarsi delle condizioni pattuite in sede di stipula segue automaticamente l’espletamento dell’obbligazione.

La tecnologia blockchain ha la potenzialità di modificare le modalità tradizionali di stipula e di esecuzione dei contratti. Le caratteristiche degli smart contract non sono, tuttavia, facilmente riconducibili alle categorie giuridiche tradizionali e la mancata risoluzione di interrogativi giuridici - e delle criticità di carattere tecnico - è ostativo al loro pieno sfruttamento. I professionisti e gli intermediari qualificati sono chiamati a partecipare all’evoluzione in atto, dotandosi non solo di competente giuridiche ma anche tecnologiche.

Il rinnovamento culturale che esige l’affermazione della legaltech, determinando un ampliamento delle materie di competenza del giurista, è essenziale al fine di non consentire un’impropria esautorazione delle proprie funzioni.[3]

 

La PAC post 2020

La Commissione Europea, nel redigere la bozza di regolamento della PAC 2021-2027, individua nelle tecnologie digitali uno strumento volto al miglioramento della qualità della vita delle zone rurali e della competitività della produzione agricola europea. Come per altri ambiti, l’innovazione digitale e le nuove tecnologie non rappresentano più una scelta, ma una necessità imprescindibile per la crescita di lungo periodo.

La PAC post 2020 individua, infatti, nell’affermazione smart agricolture uno dei principali risultati da conseguire, in grado di fornire un aiuto sul campo agli agricoltori e alle pubbliche amministrazioni.

Fattore frenante alla fruizione delle innovazioni tecnologiche, tuttavia, non è individuabile esclusivamente nella diffidenza culturale mostrata dagli operatori del settore, nella difficoltà dei produttori di acquisire le competenze necessarie e di effettuare gli investimenti necessari, ma anche nelle implicazioni legate all’utilizzo dei dati agronomici.

Il data management - uno degli aspetti più rilevanti legati alla rivoluzione digitale - presenta delle difficoltà gestionali non solo tecniche ma anche di carattere politico-economico.[4]

 

 

[1] M.IMBRENDA, Le relazioni contrattuali nel mercato agroalimentare, 2016.

[2] A. GIORDANO, P. CALIENTO, Blockchain per l’Agrifood. Scenari, applicazioni, impatti, 2019.

[3] L. PAROLA, P. MERATI, G. GAVOTTI, Blockchain e Smart Contract: questioni giuridiche aperte, 2018.

[4] M. IMBRENDA, (in stampa) Aspetti civilistici del nuovo corso della PAC.

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