31 Agosto 2020

La nuova formazione per i nativi digitali

CHRISTIAN FANIZZI

Immagine dell'articolo: <span>La nuova formazione per i nativi digitali</span>

Abstract

In che modo la scuola italiana, spesso refrattaria al cambiamento e povera di mezzi, potrebbe diventare un ambiente più stimolante per i “nativi digitali”? Alcune novità, diventate necessarie realtà in tempo di Covid, potrebbero forzare ad abbandonare vecchi schemi fisici e mentali.

 

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Gli studenti di oggi sono “nativi digitali”: venuti al mondo insieme alle nuove tecnologie e cresciuti a pane e internet. Gli strumenti a disposizione di scuole e università, tuttavia, spesso non sono altrettanto “al passo” con i tempi. Il tema non è da trascurare, nasconde infatti delle opportunità interessanti.

L’obiettivo dell’utilizzo delle nuove tecnologie digitali nella Scuola e Università è rendere possibile un’esperienza moderna di apprendimento, interattiva e coinvolgente che consenta, grazie all'allestimento di ambienti tecnologicamente avanzati, di esplorare, comunicare e imparare un modo di “pensare digitale” e innovativo.

La tecnologia si evolve e, di pari passo, anche le metodologie educative si devono adattare al cambiamento.

In questo processo di evoluzione, di pari passo con le tecnologie, anche l’ambiente si «adatta»: innumerevoli metodologie didattiche necessitano quindi ambienti dinamici, spazi capaci di modificare il proprio setting in base ai differenti momenti educativi.

 

Accesso alle nuove tecnologie e disparità tra gli studenti

Una questione tuttavia non è trascurabile: il digital divide, ovvero il divario tra chi ha effettivo accesso alle nuove tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso, in Italia risulta purtroppo ancora molto evidente in ambito scolastico, rivelando una preoccupante disparità tra le attuali modalità di insegnamento e quelle di apprendimento.

L’effetto più evidente di questa situazione è che i tradizionali sistemi d’insegnamento risultano sempre più incapaci di attrarre giovani abituati a guardare ben oltre il libro di testo, affascinati da ciò che consente loro di entrare in comunicazione diretta con le tematiche. Le cose non cambiano nemmeno a livelli di istruzione più alti: le università e poi gli uffici, sono ancora poco attrezzati da questo punto di vista.

L’emergenza sanitaria dovuta al COVID ha certamente accelerato il processo di digitalizzazione in Italia.

Numerose, infatti, sono le risorse stanziate dal Governo per l’acquisto di strumenti digitali per l’attivazione della didattica a distanza, così come per il mondo del lavoro: quali device per insegnanti e studenti, oltre alle piattaforme per videoconferenza e di collaborazione da remoto.

Il trend attuale è quello di una didattica “ibrida”, costituita alternativamente o contemporaneamente, da attività di didattica in presenza ed attività di didattica a distanza.

 

Nuove strutture educative: spazi ripensati e dinamici

Concentrandoci sull’aspetto di formazione – ma poco cambia per gli ambienti di lavoro -, questo nuovo approccio, arricchito dalle tecnologie digitali, richiede di riesaminare completamente la distribuzione degli spazi fisici dedicati alla didattica, rendendo l’ambiente scolastico e universitario un «ambiente operativo di apprendimento ideale» legato ad una differente e flessibile distribuzione delle postazioni di lavoro.

Tecnologia e arredo sono pensati per avvicendare la classica didattica frontale alla «lezione capovolta», il lavoro di gruppo alle ricerche a coppie, il debate alla didattica laboratoriale, tutto in un unico ambiente, ove lo studente diviene il soggetto centrale dell’apprendimento. Gli spazi didattici che non si identificano solo con lo spazio classe, devono essere ripensati e progettati per favorire e facilitare la condivisione della conoscenza, la ricerca, la riflessione e la collaborazione.

Spazi dinamici, anche privi di cattedra, nei quali la classica lezione frontale diventa solo un momento o una breve parte dell’azione didattica, mentre largo spazio viene lasciato ai processi comunicativi collaborativi: attività di gruppo, di ricerca, di brainstorming, di rielaborazione e presentazione e dove gli studenti diventano soggetti attivi della propria formazione ed il docente assume il ruolo di moderatore e facilitatore dell’apprendimento.

L’uso di strumenti tecnologici può quindi offrire opportunità straordinarie, capace di favorire nuove modalità di apprendimento, al passo con i tempi!

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