13 Ottobre 2021

Lo strano caso del GP di F1 di SPA 2021. Un'analisi regolamentare e non solo

DAVIDE BEATRICE

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Abstract

Alla luce di quanto accaduto durante il GP di Belgio 2021, valido per il campionato mondiale di F1, se ne analizzano dapprima i fatti, per poi trattarne i profili regolamentari ed infine valutare quanto le scelte adoperate siano state capaci di soddisfare al meglio gli interessi in gioco.

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I fatti

La Formula Uno regala spesso forti emozioni e scenari imprevedibili. Esistono però alcuni episodi che finiscono per restare immortalati nella storia dello sport, sia in modo positivo che negativo. Appartiene senza alcun dubbio alla seconda categoria quanto accaduto di recente nel Gran Premio “Rolex Belgian Grand Prix”, valido per il campionato mondiale 2021 e svoltosi sullo storico circuito di Spa-Francorshamps [1]. Una gara dal forte significato simbolico sia per la sua importanza, sia per il ritorno del pubblico in ingente quantità, cosa ormai insolita vista la situazione pandemica. Questo evento si è però presto tramutato in un qualcosa di grottesco e avvilente per gli amanti dello sport e soprattutto per chi aveva fatto di tutto pur di essere presente ed assistere alla corsa dal vivo.

Ciò è accaduto a causa di un fattore che non poteva essere predeterminato ab origine: la pioggia torrenziale che si è abbattuta sul circuito nel fine settimana di gara. Tale evento ha portato a posporre le qualifiche in primis, nelle quali a causa della quasi totale assenza di grip e visibilità, si è verificato un pesante (ma per fortuna senza conseguenze) incidente, che ha causato molte critiche alla direzione di gara. Dopo i fatti di sabato, la gara è stata una serie costante di rinvii nella speranza che la pioggia smettesse, fin quando si è deciso di partire alle ore 18:17, con svariate ore di ritardo rispetto allo start previsto, dietro Safety car. La gara però si è sostanziata in una passerella di tre giri dietro la vettura di sicurezza, poi si è optato per esporre le bandiere rosse e chiudere lo “spettacolo”, assegnando la metà dei punti previsti per un normale GP.

 

Il regolamento

Bisogna ora però sussumere quanto accaduto nei margini regolamentari. Le competizioni e il loro svolgimento vengono disciplinati da diverse fonti. Va innanzitutto considerato che alla luce dell’art.5.4 delle attuali Sporting Regulations, la gara deve superare il limite minimo richiesto, in condizioni normali, di 305 km e non oltrepassare le due ore di durata. Esistono però alcune eccezioni legate a casi particolari, come quella delineata dall’ art.5.4 lett.b, nella quale è previsto che, in caso di sospensioni, il tempo di gara può essere prorogato fino a 3 ore. Va inoltre considerato, per il caso di specie, quanto enucleato dall’art.6.5, il quale prevede, in caso di sospensioni che diventino poi permanenti, che:

-Non vengano assegnati punti se non siano stati percorsi almeno due giri;

-Ne vengano assegnati la metà se sono stati effettuati più di due giri ma meno del 75%;

-Venga assegnato il punteggio pieno al superamento della soglia del 75%.[2]

Considerando ora il combinato disposto di questi artt. si evince che, alla luce di quanto accaduto a Spa, il regolamento è stato applicato in modo fedele e pedissequo dalla direzione di gara. Essi hanno sfruttato tutto il tempo a disposizione nella speranza di poter fornire uno spettacolo degno di tal nome, quando però ciò è venuto a collidere con la sicurezza dei piloti, è stata una scelta proba decidere di evitare rischi assurdi e prevedibili, anche se a rimetterci debbano essere altri interessi che ricoprono un ruolo sicuramente subordinato nella gerarchia dei valori espressa dalla Federazione, soprattutto dopo il verificarsi di alcune tragedie che hanno segnato questo sport. Inoltre, la soluzione di effettuare i tre giri ha permesso di assegnare almeno un punteggio ed evitare che il Gran Premio non avesse alcun valore in ottica mondiale. Va considerato, infine, che è da ritenere infattibile, anche se tecnicamente possibile, lo spostamento di una gara al giorno successivo. Questo perché la logistica e i tempi attuali, in un mondiale con ben 23 corse previste, impediscono una soluzione del genere, anche in nome dei costi che le scuderie dovrebbero poi sopportare.

 

È stata davvero la scelta giusta?

Una volta analizzata la questione regolamentare, bisogna guardare anche il fattore legato allo sport e allo spettacolo, che per la Formula Uno sono aspetti predominanti, come ben evidenziato dall’appartenenza della FIA alle ARISF[3]. Sotto questo punto di vista la scelta presa in concreto è stata davvero deludente. Far sfilare le monoposto per soli tre giri è infatti servito solo ai fini regolamentari e per garantire quel minimo di spettacolo per il quale il Circus riceve ingenti pagamenti dalle televisioni mondiali.

Era possibile adottare altre soluzioni che, al netto del rispetto del regolamento, avrebbero potuto garantire almeno una maggiore chiarezza agli occhi del pubblico e un maggior appagamento per i detentori dei diritti televisivi. Tra le soluzioni possibili, sicuramente la migliore sarebbe stata quella di proseguire i giri dietro la Safety car fino al termine del tempo previsto di gara. Tale scelta, avrebbe garantito un livello minimo di spettacolo, oltre che le condizioni di sicurezza.

Alla luce di quanto precedentemente enucleato, risulta lapalissiano come i confini dettati dalle norme siano stati perfettamente rispettati. La scelta adottata nello specifico però ha fornito uno spettacolo sicuramente non adatto agli standard che la Formula Uno dovrebbe essere in grado di garantire. Per questo è opportuno che dopo quanto accaduto, il regolamento venga rivisitato nelle sezioni che riguardano il verificarsi di eventi sì particolari, ma prevedibili, andando così a ridurre la discrezionalità e creando un Framework normativo capace di gestire questi contesti in modo sicuramente più efficiente ed efficace.

 

[1] D’ora in poi Spa.

[2] Artt. 5.4, 5.4 lett.b, 6.5, 2021 F1 Sporting Regulation, Fédération Internationale de l’Automobile, 2021.

[3] Le ARISF sono le federazioni riconosciute dal Comitato Internazionale Olimpico, ma i cui sport non rientrano nel novero olimpionico, nel caso della F1 è proprio la preponderanza del fattore economico su quello sportivo ad aver causato questa scelta.

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