29 Aprile 2021

Il rapporto Avvocato-cliente nel 2020-2021 è stato quasi sempre a distanza. Si tornerà indietro?

PAOLO DI GREGORIO

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Abstract

L’annuale Rapporto del Censis sull’Avvocatura è una fonte preziosissima di dati per fotografare lo stato della professione. Quello del 2021, da quando è uscito, è stato citato soprattutto per lo storico sorpasso delle professioniste donne sugli uomini, per il permanere di un gender pay gap importante, e per il generale pessimismo sul futuro a medio e lungo termine degli avvocati. C’è un altro dato, però, che merita attenzione.

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Il boom del rapporto Avvocato-cliente da remoto

Il documento del CENSIS ha infatti misurato con precisione una pratica la cui esplosione poteva essere intuita. È infatti emerso che, nell’anno del COVID, l’81,4% dei clienti interpellati nella ricerca ha intrattenuto il rapporto con il proprio avvocato in modalità da remoto.

Anzi: più della metà di questo 81,4% (il 48,3% del totale) lo ha intrattenuto esclusivamente da remoto, senza mai incontrare il professionista di persona. Il 33,1% ha adottato invece una modalità “ibrida”, organizzando incontri sia da remoto sia in presenza.

Una rivoluzione silenziosa

Questi numeri sono passati sotto silenzio, ma a ben pensarci rappresentano una vera e propria rivoluzione. Il rapporto Avvocato-cliente, fino a poco tempo fa, non era facilmente concepibile al di fuori di un incontro di persona: c’entra naturalmente l’immaginario (oltre che la sostanza) della confidenzialità e della fiducia che intercorre tra le due parti nella trattazione di affari riservati e delicati.

Come diverse altre “dighe”, in diversi altri settori, anche questa ha dovuto cedere per necessità: semplicemente, per mesi non c’è stata alternativa. La crisi COVID ha però trovato una tecnologia di video-collaborazione molto più avanzata rispetto a pochi anni fa, e una tecnologia che ha anche saputo evolversi molto rapidamente.

Quale “normalità” nel post-COVID?

Anche per questo motivo, il rapporto Avvocato-cliente è uno di quegli elementi che non è destinato a tornare come prima anche quando finalmente ci si potrà incontrare di nuovo liberamente. Entrambe le parti (non diversamente dalle persone attive in tanti altri settori) hanno capito che in futuro non sarà necessario vedersi sempre di persona, ma probabilmente solo in determinate occasioni.

Il “new normal” sarà quindi ibrido: in parte fatto di meeting in presenza, in parte di meeting da remoto. È chiaro che questi ultimi dovranno avere degli standard di sicurezza e di immagine del tutto analoghi ai primi.

La video-collaborazione di qualità

Per questo, tool generici potrebbero non essere sufficienti: Bandyer, con le sue soluzioni, c’è. Sui Talks di 4cLegal abbiamo già scritto una guida essenziale alle videocall ed elencato 3 elementi di sicurezza e 2 reputazionali che sono irrinunciabili nella video-collaborazione integrata.

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