23 Ottobre 2018

General Counsel Talks | Il beauty contest digitale entra nella riflessione del primo polo confindustriale italiano

ALESSANDRO RENNA

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Abstract

Lo scorso 9 ottobre si sono tenuti i “General Counsel Talks” di Assolombarda. Il beauty contest digitale è entrato ufficialmente nell’agenda dei rapporti tra mondo delle imprese e mondo delle professioni.

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Assolombarda è stata teatro di una straordinaria iniziativa di confronto tra giuristi di impresa, organizzata e gestita in modo puntuale e autorevole dai padroni di casa Cristian Ferraris ed Elena Tiberio. A partire dallo scorso febbraio, sette Tavoli di Lavoro hanno sviluppato temi di estremo interesse per la community del primo polo confindustriale italiano, dando vita a una presentazione finale particolarmente brillante e originale (qui il lancio dell’iniziativa e qui il programma dell’evento conclusivo, denominato appunto “General Counsel Talks”).

Il beauty contest digitale di 4cLegal è stato il primo tema oggetto di approfondimento, presentato attraverso un breve Paper che ne sintetizza l’essenza, il funzionamento e i punti qualificanti.

Qui potete scaricare il Paper, mentre di seguito trovate una c.d. SWOT analysis dei due possibili schemi di affidamento di incarichi legali: l’affidamento diretto e il beauty contest, qui considerato appunto nella sua versione digitale creata da 4cLegal.

L’analisi sopra riportata evidenzia quale unico punto debole del beauty contest digitale quello dei “tempi”: è ovvio che una procedura comparativa richiede più tempo di un affidamento diretto. Altrettanto vero, tuttavia, è che i casi di urgenza tali da non consentire lo svolgimento di un beauty contest -soprattutto nella versione digitale di 4cLegal, che può concludersi in 24 ore- sono estremamente residuali. Quasi inesistenti se l’attività della direzione legale è opportunamente organizzata.

Quali possono essere allora i limiti all’applicazione del beauty contest digitale? Non il costo monetario (l’utilizzo della piattaforma è gratuito) ma semmai un costo molto più oneroso, e cioè il costo del cambiamento: ne ha parlato in modo tanto acuto quanto onesto l’avv. Massimo Marinelli, GC del Gruppo Prelios, nella Prefazione al Paper.

Si tratta in effetti di abbandonare abitudini e scelte inerziali per seguire un approccio manageriale sulla cui correttezza nessuno per vero dubita: con un beauty contest digitale si possono raccogliere e comparare evidenze sulle competenze dei professionisti, si può lasciare traccia di un iter di scelta trasparente, si può documentare di aver scelto una soluzione a costi di mercato. Nulla che qualcuno possa ritenere poco desiderabile, specie in una fattispecie sensibile ai sensi del d.lgs. 231/2001 quale è appunto l’affidamento di incarichi legali.

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La crescita vertiginosa di beauty contest digitali negli ultimi mesi significa che il mercato sta cambiando, ed è normale che il mondo confindustriale ponga la sua attenzione su questo cambiamento. Molta strada è stata fatta dal 1 ottobre 2014, quando il beauty contest digitale ha visto la luce in Italia, ma molta di più è quella che resta da fare. La corsa continua!  

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