04 Agosto 2025

L'intelligenza artificiale che serve all'Europa

ALESSANDRO RENNA

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L'America's AI Action Plan di Donald Trump è limpido: riduzione delle regole, accelerazione del progresso tecnologico, eliminazione dei programmi su diversità ed equità. Un'AI "libera dalle teorie woke", che rimuove anche i vincoli ambientali per facilitare la costruzione di data center. Washington dichiara apertamente: "siamo in una corsa per il predominio mondiale" e l'avversario principale è la Cina. Il messaggio è chiaro: meno limiti, più potere.

Il risultato è un approccio profondamente sbilanciato che trasforma l'intelligenza artificiale in un'infrastruttura geopolitica senza mediazioni. La regola è l'efficienza. L'etica diventa ostacolo. La sostenibilità superflua.

Ed è proprio qui che si apre uno spazio per l'Europa. Senza inseguire l'America ma anzi, opponendole una visione diversa, l'Europa deve competere lavorando per ridefinire i parametri della gara. Mentre Washington punta sulla deregolamentazione, l'AI europea può costituire il primo ecosistema tecnologico di nuova generazione. La sostenibilità rappresenta un vettore industriale concreto: i capitali globali si devono continuare a muovere lungo traiettorie ESG, le grandi imprese devono continuare a integrare standard ambientali e sociali nei propri modelli di rischio.

In questa prospettiva, l'AI Act può diventare un'opportunità strutturale anziché un freno. Chi sviluppa oggi tecnologie compatibili con le regole europee si posizionerà domani su mercati e operatori che adotteranno principi simili, dalla privacy alla tracciabilità, fino all’etica. La conformità diventa un asset. La trasparenza un vantaggio competitivo.

L'America ha scelto la velocità, la Cina il controllo. L'Europa può costruire una terza via: un'intelligenza artificiale sicura, conforme, sostenibile. Un nuovo standard di riferimento anziché un compromesso al ribasso.

L’intelligenza artificiale è diventata una posta in gioco politica, industriale e culturale. Serve una scelta chiara. L’Europa può limitarsi a gestire l’impatto delle scelte altrui, oppure definire un proprio paradigma di sviluppo tecnologico.

Il momento richiede azione. Dimostrare che etica, inclusione e sostenibilità non frenano l’innovazione, ma la rendono più solida, più scalabile, più competitiva.

Con 4cAi lavoriamo una Via Italiana all’Intelligenza Artificiale, all’interno di un perimetro europeo che riconosciamo come naturale riferimento strategico. I valori e la normazione dell’Unione tracciano un mercato distintivo, capace di generare fiducia e attrarre investimenti.​

Siamo convinti che l’Europa abbia ancora le condizioni per assumere un ruolo da protagonista. Il nostro posizionamento aziendale nasce da questa visione.

Qui si gioca la partita del prossimo decennio e deve essere l’Europa a dettarne il ritmo.

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