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I protagonisti del mercato legale hanno oggi più che mai una grande responsabilità.
Migliaia di ragazzi escono dalla facoltà di Giurisprudenza con ambizioni, sogni e ideali che rischiano di essere consegnati alla narrazione di un mercato legale antiquato, inflazionato e privo di opportunità.
Molte personalità pubbliche sconsigliano la facoltà di Giurisprudenza, quasi tutti i praticanti italiani guadagnano poco o nulla, chi la fa da padrone sembrano soprattutto coloro che hanno costruito relazioni importanti in anni ben diversi da quelli in cui oggi un giovane deve costruire la propria carriera. Di questo passo, la professione del giurista diventerà un piano B, ma questo non può e non deve essere.
Sta allora a chi ricopre posizioni chiave nelle direzioni legali e negli studi professionali costruire un messaggio diverso. Un messaggio vero, sincero e in grado di emozionare i giovani che costruiranno il mercato legale del futuro. Proprio come ho visto accadere alle nostre cinque promesse durante le prove -obiettivamente molto dure- che hanno dovuto affrontare nelle scorse settimane.
Serve un ponte non soltanto tra Università e mondo del lavoro, ma tra generazioni che sono staccate solo nel tempo, non nei desideri e non negli obiettivi di partenza.
La buona notizia è che questo mercato legale è già nato. Si chiama Mercato Legale 4.0 e viene alimentato da chi pensa che accontentarsi dei precedenti, delle prassi consolidate e delle parole che restano lettera morta sia il modo di perdere un’opportunità. Devo dire che non mi sembrano pochi.
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Leggevo qualche giorno fa del nuovo straordinario progetto della RCS Academy e mi ha molto colpito una frase dell’imprenditore Urbano Cairo, secondo cui “… se tutti quanti, a ogni livello, cercassimo di migliorare, di coltivare abilità e competenze saremmo probabilmente in grado di far ripartire il Paese”. Trovo che sia un gran bel messaggio e penso che per il nostro mercato sia il momento di aprirsi a nuove contaminazioni e a nuove sollecitazioni, a partire dal linguaggio.
La 4cLegal Academy è un primo esperimento: come con la piattaforma di beauty contest digitali, che sta cambiando il modo in cui le imprese scelgono i loro avvocati, anche questa volta si tratta di una sfida molto importante. Siamo fiduciosi, ma come sempre aperti a ogni critica di merito.
E adesso, che vinca il migliore!
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