28 Dicembre 2017

Avvocati: il presente è open mind, tecnologie e marketing legale

GIUSEPPE FRAGOLA

Immagine dell'articolo: <span>Avvocati: il presente è open mind, tecnologie e marketing legale</span>

Abstract

La perdurante crisi economica, la rivoluzione digitale, la crescente concorrenza, esigono radicali cambiamenti organizzativi e strategici negli Studi. Orgoglio, paura, avversione al cambiamento, rappresentano il vero ostacolo a questo vitale processo di innovazione.

* * *

In questi ultimi dieci anni quasi 300.000 avvocati stanno affrontando sfide senza precedenti:

  • una lunga crisi economica
  • la nuova riforma del CNF
  • il raddoppio del numero di avvocati
  • profondi mutamenti sociali e comportamentali
  • la contrazione della clientela e del budget a disposizione
  • l’impatto delle tecnologie su una professione di stampo ancora ottocentesco.

In questo difficile scenario, l’avvocatura italiana ha scoperto di doversi confrontare anche con le Law Firm di matrice anglosassone; Studi Legali internazionali gestiti come grandi aziende, che investono ingenti risorse economiche e professionali in tecnologie e in marketing legale, per fornire servizi di qualità e per comunicare con clienti sempre più dinamici e sempre meno fidelizzabili.

La digital disruption infatti, ha modificato le esigenze della clientela tradizionale; aziende iperconesse, con business immateriali e globali, ricercano dagli Studi anche flessibilità, rapidità e informalità e percepiscono i servizi legali, al pari di ogni altra commodity, fungibile e sempre disponibile online.

Studi strutturati con sedi sontuose si trovano a competere con strutture snelle, virtuali, globali, meri network digitali o aggregatori di saperi anche molto specifici.
In un contesto liquido come quello attuale, la recente ripresa economica e una società profondamente mutata, impongono di rivedere, a mente aperta, il futuro di una professione che, come poche, è rimasta pressoché immutata nel tempo.
I tanti cambiamenti sociali, economici e tecnologici in atto, impongono agli avvocati l’abbandono di posizioni anacronistiche e il superamento di legittime paure per una professione in forte trasformazione e per un futuro che resta ancora incerto.

La sopravvivenza di una intera categoria è inevitabilmente subordinata alla capacità degli avvocati di innovare, di maturare rapidamente saperi non solo giuridici; trattasi di competenze nuove, necessarie a gestire complesse tecnologie legali e a comunicare, con efficacia, competenze e professionalità sui canali digitali.

Per sopravvivere alle sfide di un mondo diverso, globale, iperconnesso, gli avvocati sono chiamati a riconsiderare il proprio ruolo sociale e professionale, imparando a rivestire al contempo i molteplici ruoli di:

  • preparato e fine giurista
  • imprenditore attento alle risorse economiche dello studio
  • manager sensibile alle strategie di marketing legale
  • abile comunicatore delle proprie competenze e professionalità
  • utilizzatore esperto di tecnologie legali e di smart data

In altri termini gli avvocati dovranno rapidamente dotarsi di una nuova cassetta degli attrezzi, che oltre ai tradizionali skill e alla imprescindibile competenza giuridica, non potrà che includere:

  • la capacità di gestire le più avanzate tecnologie legali
  • la conoscenza delle fondamentali strategie di marketing legale

Tecnologie

Alcune delle seguenti tecnologie legali sono già in uso negli studi più innovativi, altre si diffonderanno nei prossimi anni:

  • Controllo di Gestione
  • Video Conference
  • CRM
  • Business Intelligence e Smart Data
  • Fatturazione Elettronica
  • Conservazione Digitale
  • E-learning

Tra queste però sarà l’AI (Artificial Intelligence) a mutare radicalmente il modo in cui intendiamo ed esercitiamo la professione legale. Avanzati machine learning algorithms (e non robots avvocati), capaci di auto imparare, effettuano già in modo accurato e veloce: analisi testuali, ricerche giuridiche, rivedono contratti, forniscono benchmark, elaborano strategie difensive, prevedono sentenze, analizzano la fedeltà del cliente.

Trattasi di tecnologie, non più sperimentali, che assolveranno molti compiti tipici dei professionisti e che, anche in Itallia, alcuni Studi (es. Portolano) stanno già sperimentando con soddisfazione.

Molti avvocati sono interessati e stanno valutando l’effettiva capacità di queste nuove tecnologie di ridurre i costi di gestione, di semplificare i processi e di ripagare il tempo necessario al loro apprendimento. Mentre da un lato cresce l’interesse per l’AI, considerata a ragione, un fattore di aumento della produttività e di riduzione dei costi, dall’altro una inconfessata sfiducia per la tecnologia e la paura che la maggior efficienza riduca le ore fatturate e il conseguente guadagno, ne ritardano ancora l’adozione.

Marketing Legale

Fare bene e farlo sapere è il motto degli avvocati statunitensi di successo.

Competenze, qualità e tecnologie oggi, da sole, non bastano più ma devono essere comunicate al mondo. Se in passato infatti, per gli avvocati era semplice creare e mantenere la propria clientela, oggi la concorrenza è cresciuta a dismisura, i clienti sono diventati volubili e la globalizzazione ha introdotto nuovi standard di comunicazione e di trasparenza (c.d. beauty contest).

Parlare di marketing legale in Italia è ancora un tabu mercatista, un concetto ritenuto in antitesi con una nobiltà intellettuale che molti avvocati rivendicano con forza; tuttavia la contrazione dei fatturati degli Studi e la recente apertura del CNF, hanno generato un trasversale interesse per questa affascinante disciplina.

Sono molteplici le strategie per comunicare, con efficacia e rigore, le competenze e le professionalità di uno Studio, differenti sono le tecniche per ottenere una misurata visibilità presso clienti importanti. Necessario è crederci. Necessario è provarci.

* * *

Stiamo assistendo alla nascita di una nuova Era per l’Umanità, una rivoluzione (digitale) senza precedenti, perché globale e fulminea; un fenomeno ineluttabile che fatica ancora a essere percepito e accettato. Persone anche molto competenti rischiano, per paura o per disinteresse, di emarginarsi dal mercato e dalle relazioni professionali e di lasciare ampi spazi alla concorrenza.

Molti avvocati dovrebbero riconsiderare, senza pregiudizi, il valore strategico del marketing e delle tecnologie legali, saperi importanti ma ritenuti da molti ancora di basso profilo e, come tali, incautamente delegati a professionalità entry level.

Resta l’auspicio che una volta assunta consapevolezza e preso atto del cambiamento e del ritardo accumulato, gli Studi scelgano di investire sul loro futuro.

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