12 Maggio 2020

Protocollo d'intesa sul Mercato Legale 4.0: intervista all'Avvocato Sirio Giametta

GIACOMO GIUDICI

Immagine dell'articolo: <span>Protocollo d'intesa sul Mercato Legale 4.0: intervista all'Avvocato Sirio Giametta</span>

Abstract

Nel mese di maggio, l'Avvocato Sirio Giametta ha sottoscritto a nome dello Studio Legale Giammetta il Protocollo d'intesa sul Mercato Legale 4.0 lanciato da 4cLegal, ANUTEL e AIGA e aperto ad adesione per tutti gli operatori del mercato legale. In questa intervista, l'Avvocato commenta il Protocollo e l'attività del proprio studio alla luce dei principi di professionalità, tracciabilità e trasparenza, apertura e concorrenza enunciati nel documento.

Il testo integrale del documento, aperto a sottoscrizione, è disponibile qui: https://www.4clegal.com/download/Protocollo_ANUTEL-AIGA-4cLegal_def.pdf

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Avvocato, prima di tutto le chiediamo come è venuto a conoscenza del Protocollo e qual è stato l'elemento principale che l'ha convinta ad aderire.

Ho conosciuto 4cLegal quale piattaforma per l’adesione ad alcune short list di mio interesse, e ho subito apprezzato l’idea di un portale che si occupasse del mercato del lavoro degli Avvocati. La presenza su LinkedIn mi ha poi consentito di restare aggiornato con le iniziative assunte, compresa quella del Protocollo che mi ha subito colpito per la sua modernità.

Molte volte dietro la partecipazione ad una short list vi è un gran lavoro da parte degli avvocati candidati a farne parte. Tale lavoro, però, non viene sempre compensato dal futuro conferimento di un incarico e, dunque, diventa fine a se stesso. Poiché si tratta di un lavoro intenso che va dalla ricerca degli estremi dei giudizi curati in passato in quel particolare settore del diritto fino alla ricerca dei documenti (polizza assicurativa, estratto di regolarità contributiva presso la cassa forense) ho apprezzato molto la piattaforma 4cLegal grazie alla quale le informazioni per la partecipazione a un bando ovvero a una short list vengono conservate e messe a disposizione del professionista per agevolarlo nella partecipazione ad altre opportunità con altri Committenti.

Dalla piattaforma al Protocollo il passaggio è breve: hanno in comune i principi (trasparenza, imparzialità e concorrenza leale) e la finalità ultima, cioè assicurare l’accesso equilibrato ad un mercato molto complesso quale è quello dell’affidamento degli incarichi professionali da parte della PA ovvero di grandi committenti privati.

C'è invece qualche elemento del documento a cui darebbe più risalto, oppure qualcuno che secondo lei andrebbe inserito?

Trovo il protocollo molto esaustivo, e si vede che è stata data la giusta attenzione alle diverse componenti che caratterizzano il complesso tema degli affidamenti degli incarichi. Nella redazione del protocollo si nota l’esperienza di una grande associazione come l’ANUTEL così come dell’AIGA che, con riferimento alle short list in materia di servizi legali, ha a cuore la tutela dei professionisti più giovani nella partecipazione a selezioni che, se troppo impegnative, possono costituire un ostacolo nella fase iniziale dell’ingresso nel mondo del lavoro.

Ho apprezzato molto il richiamo nel Protocollo alle linee guida ANAC in materia di affidamento degli incarichi da parte della PA. Proprio l’anno scorso mi sono occupato del tema in un convegno organizzato dalla Commissione di diritto Amministrativo del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Napoli Nord (della quale faccio parte) e in quell’occasione, alla presenza di autorevolissimi relatori, ci siamo concentrati proprio sui principi di trasparenza e leale concorrenza nella fase della selezione, così come sul principio dell’equo indennizzo nella fase di corresponsione degli onorari ai professionisti. Quindi volentieri condivido lo spirito del Protocollo che ha a cuore il giusto equilibrio tra una prestazione di qualità e, nel contempo, che sia frutto di una concorrenza equilibrata a monte prevedendo che a fronte di una maggiore complessità della controversia o della consulenza siano più stringenti i requisiti richiesti per lo svolgimento della stessa.

Il suo impegno in linea con il Protocollo si evince anche dal fatto che lei sia inserito nell'elenco degli Avvocati fiduciari dell'ANAC: ci può dire quale tipo di specializzazione, e quali elementi in linea con i principi enunciati nel Protocollo, sono necessari per fare parte di questo elenco?

Essere incluso nell’elenco degli avvocati dal quale attingere ai fini del conferimento di incarichi di patrocinio legale nell’interesse dell’Autorità Nazionale Anticorruzione per il settore dei contratti pubblici è stato per me una grande soddisfazione e, direi, un bollino di qualità del lavoro sin qui svolto e delle esperienze maturate nel tutelare la PA - ovvero i privati che vengono in contatto con essa - in un settore molto complesso e delicato. Per essere inclusi nell’elenco era necessario dimostrare di possedere comprovata esperienza professionale di durata non inferiore a 5 cinque anni, nel mio caso, nello specifico settore dei contratti pubblici e l’abilitazione al patrocinio dinanzi le magistrature superiori.

Infine, una domanda sul contesto attuale: pensa che ci siano dei profili del Protocollo che diventano più urgenti e necessari nel quadro dell'emergenza COVID-19, e delle fasi che la seguiranno?

Nella prima pagina del Protocollo si valorizzano dinamiche rispondenti a best practice supportate dalla digitalizzazione. Credo che in una fase emergenziale come questa, che ha costretto milioni di italiani allo smartworking, gli studi e le pubbliche amministrazioni che hanno sviluppato buone prassi sfruttando la digitalizzazione hanno potuto finalmente raccogliere i frutti del lavoro svolto negli anni precedenti.

Nel caso del mio Studio, quale fiduciario dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione, l’emergenza non ha determinato l’interruzione del flusso dei dati e delle comunicazioni con le varie direzioni regionali. Da anni ormai, nello Studio, abbiamo abolito l’agenda cartacea e la gestione del contenzioso avviene con calendari in cloud aggiornati in tempo reale ed integrati con bacheche Trello (quanto agli adempimenti) e con Microsoft Teams (quanto alle riunioni virtuali).

Ad agevolare il nostro lavoro anche la possibilità di costituirsi telematicamente nei giudizi innanzi i tribunali e dinanzi tutte le Commissioni tributarie. Se vogliamo, però, per giungere alla completa digitalizzazione dello Studio Legale 4.0 è necessario che anche gli uffici pubblici e quelli giudiziari siano completamente digitalizzati ciò mentre, in questo momento, vi è una completa stasi dei giudizi e si intravede una lenta ripresa basata sulla trattazione scritta o su rarissimi casi di udienze da remoto.

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