16 Agosto 2019

Dall’Italia agli USA, il percorso dell’avvocato internazionale

MARTIN AMEDEO GUIZZARDI

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Abstract

Per chi desideri diventare un “avvocato d’affari”, la cui attività sia diretta ad assistere clienti nello svolgimento delle proprie attività commerciali, domestiche e internazionali, e fino a pianificare e implementare espansioni commerciali o delocalizzazioni produttive negli Stati Uniti, una conoscenza approfondita e strategica del diritto americano diventa il fondamento per svolgere un’attività professionale di successo.

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Il mercato legale è stato oggetto, nel corso degli anni, di un processo di internazionalizzazione che ha reso imprescindibile, per l’operatore giuridico interessato a gestire rapporti “cross-border”, imparare e conoscere non solo il proprio diritto locale (nel nostro caso, Italiano) ma anche quello di matrice anglosassone (singolarmente, statunitense). Infatti, gran parte dei contratti commerciali includono clausole mutuate dall’esperienza statunitense (si pensi, ad esempio, alla clausola “entire agreement”). Inoltre, anche la pianificazione di un’acquisizione strategica ha progressivamente assunto le caratteristiche proprie di un’acquisizione americana, dalla redazione della lettera di intenti, alla due diligence, e fino alla stesura del contratto definitivo redatto nel rispetto delle classiche forme contrattuali statunitensi.

In questo contesto si colloca la mia esperienza, iniziata con una laurea in giurisprudenza conseguita all’Università degli Studi di Milano e seguita poi da un master LL.M. presso la Loyola University Chicago, School of Law. Quest’ultimo mi ha permesso di conseguire l’abilitazione professionale negli Stati Uniti (New York State) e di lavorare in uno studio internazionale americano.

Vi sono, naturalmente, differenze tra i nostri due sistemi educativi. Nello specifico, il metodo socratico, basato su un costante “botta e risposta” tra alunni e professori, rappresenta la differenza più grande, salva naturalmente la diametralmente opposta natura dei nostri ordinamenti giuridici. La durata normale di un programma LL.M. è di un anno e vi sono principalmente due tipologie di percorso di studi: uno “specializzante” in un ramo del diritto specifico (IP, tax, business law, etc.) e uno “generale” per poter conseguire l’accesso alla professione legale negli Stati Uniti. Nel mio caso, volendo diventare avvocato negli Stati Uniti, avevo deciso di conseguire l’LL.M. generale, riuscendo comunque a dargli un taglio nettamente “corporate”.

Consigli pratici?

Gli ordini professionali statunitensi che permettono agli stranieri di sostenere l’esame post-conseguimento di un LL.M. richiedono un certo numero di crediti obbligatori in determinate materie di diritto sostanziale; si tratta, pertanto, di tenere sempre a mente tali requisiti per evitare di vedersi preclusa, in un secondo momento, la possibilità di svolgere l’esame di abilitazione professionale, e di preparare per tempo tutta la documentazione relativa al percorso di studi italiano e quanto altro richiesto di volta in volta dalle organizzazioni esaminanti.

Nel caso specifico di New York State, il New York State Board of Law Examiners delibera sull’ammissione degli studenti esteri all’esame vero e proprio, che  richiede enorme dedizione e preparazione, dovendosi il candidato preparare su numerose materie (contracts, torts, criminal law, evidence, property law, federal civil procedure, criminal procedure, constitutional law, agency, partnership, corporations, secured transactions, family law, conflict of laws, wills and trusts) ed essere in grado di applicare correttamente principi a fattispecie create ad hoc per l’esame (che va sostenuto, rigorosamente, senza ausilio di codici o manuali).

Esperienze lavorative

In parallelo a quanto precede, se lo studente desidera fare un’esperienza di lavoro negli Stati Uniti, è opportuno che cerchi per tempo posizioni aperte, anche di stage, presso studi legali. L’accesso agli studi legali di primaria importanza deriva principalmente da un’eccellente preparazione accademica, dal soddisfacimento di requisiti specifici e soprattutto dall’essere in grado di valorizzare la propria esperienza internazionale anche tramite un’ottima conoscenza della lingua parlata e “legale”.

La vita di uno studio legale statunitense è frenetica e richiede non solo di essere enormemente preparati da un punto di vista tecnico e professionale, ma anche di mantenere e affinare tale preparazione nel corso del tempo. Infatti, il rapporto di lavoro è generalmente “at will”, il che significa che può essere risolto in qualunque momento, senza preavviso e senza necessità di una causa. È quindi fondamentale mantenere elevato il proprio livello di competenza, lavorare con diversi dipartimenti in modo da sviluppare una mentalità strategica (essenziale nel momento in cui si dovesse essere messi a capo di un team di avvocati per lo svolgimento di una pratica avente ad oggetto diverse aree del diritto), e lavorare numerose ore al fine di raggiungere e superare i target previsti dallo studio.

In conclusione, l’esperienza americana rappresenta un’opportunità di investimento su sé stessi che, se sapientemente utilizzata senza perdere il legame con il proprio sistema legale di origine, consente al giurista di matrice italiana di crescere professionalmente in maniera molto celere, fino a diventare un ponte di collegamento tra i due ordinamenti.

Naturalmente, vi sarebbe molto altro da dire sul percorso educativo, l’abilitazione professionale e la relativa preparazione, e il mercato legale negli Stati Uniti. Si rinvia, al riguardo, a successivi approfondimenti.

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