05 Maggio 2020

Sportello Legale #Oltreilcoronavirus: la testimonianza dell'Avvocato Patrizia Perrino

GIACOMO GIUDICI

Immagine dell'articolo: <span>Sportello Legale #Oltreilcoronavirus: la testimonianza dell'Avvocato Patrizia Perrino</span>

Abstract

Il 5 marzo 2020 4cLegal ha istituito lo Sportello Legale #Oltreilcoronavirus: imprese, enti e cittadini possono richiedervi assistenza per un primo consulto gratuito sui tanti temi legali e fiscali collegati alla diffusione di COVID-19 e alle misure adottate per contenerlo. In questa intervista, Patrizia Perrino di BP Avvocati & Partners -uno dei molti professionisti che hanno generosamente offerto tempo e competenze nell’ambito dello Sportello Legale- rilascia una testimonianza sulla sua esperienza, con una visione su quella che sarà la “fase 2” (ed oltre) per il Paese e la comunità legale.

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Avvocato Perrino, prima di tutto vorremmo sapere come è venuta a conoscenza dell'iniziativa dello Sportello Legale #oltreilcoronavirus, e come mai ha ritenuto giusto aderire.

Nel mese di settembre 2019 lo studio ha sottoscritto un contratto Open con 4cLegal  e da quel momento seguo con grande attenzione le news che mi inviate ed i vostri social. Trovo molto interessanti ed utili -pieni di spunti ed attuali-  gli editoriali, le analisi, le informazioni e le vostre iniziative, sempre innovative ed entusiasmanti. Ho appreso in questo modo dell'iniziativa dello Sportello Legale, volontaria e gratuita,  e non ho avuto un solo attimo di esitazione ad aderire, in un momento come questo di difficoltà per tutti.

Ci può riassumere il tipo di assistenza che ha erogato?

Prima ho rilasciato un parere a una società produttrice di giochi, in relazione a problemi che aveva riscontrato in sede di distribuzione dei prodotti. Poi ho rilasciato un secondo parere ad un'altra società -una cooperativa di multiservizi- che ha dovuto interrompere molte delle proprie attività di lavoro per osservare le misure di contenimento. La società voleva, quindi, sospendere il pagamento dei canoni di locazione finanziaria di taluni beni strumentali, il cui ammontare mensile, piuttosto rilevante, diveniva difficilmente sostenibile in assenza di flussi di cassa in entrata.

La questione particolare di tale vicenda è che questa società cooperativa, avendo più di 250 dipendenti, è qualificata giuridicamente come  "grande impresa " e non rientra, per questo, nella previsione dell'art. 56 del D.L. 18/2020 che dispone "Misure di sostegno finanziario alle micro, piccole e medie imprese colpite dall'epidemia di COVID-19"  e che consente la sospensione del pagamento dei canoni del leasing. Ho indicato, quindi, quale altro possibile argomento giudico per fondare la richiesta di sospensione dei pagamenti dei canoni il comma 6 bis dell'art. 3 del D.L. n. 6/2020, come introdotto dall'art. 91 del D.L.18/20, secondo cui “Il rispetto delle misure di contenimento di cui presente decreto è sempre valutata ai fini dell'esclusione, ai sensi e per gli effetti degli articoli 1218 e 1223 c.c., della responsabilità del debitore, anche relativamente all'applicazione di eventuali decadenze o penali connesse a ritardati o omessi adempimenti".

In ragione del tecnicismo giuridico delle questioni ho ritenuto giusto e coerente estendere la mia attività volontaria per lo Sportello legale anche alla stesura delle lettere per le richieste di sospensione del pagamento dei canoni. Queste richieste che sono state accolte positivamente dalla Società Locatrice finanziaria, con la sospensione dei pagamenti fino al mese di settembre 2020.

È iniziata la "fase 2" dell'emergenza coronavirus, cui seguirà -verosimilmente da giugno- una nuova fase ancora più strutturata di gestione della situazione. Che ruolo avranno secondo lei avvocati e studi legali in questi frangenti così importanti, e con un quadro legale/fiscale così sollecitato?

Credo che avranno senz'altro un ruolo importante ed irrinunciabile per consentire alle imprese e agli operatori economici, ma anche ai lavoratori ed ai cittadini tutti -cui quest'evento epocale ha stravolto le vite in questi mesi- di potersi muovere e riprogrammare le attività future.  Questo, da un lato, per orientarsi all'interno del sovrapporsi continuo della normativa d'urgenza -cosa non semplice- e dell'inevitabile tecnicismo giuridico delle materie. Dall’altro lato per gestire e mediare in modo più economico ed efficace (prevenendole) potenziali liti giudiziarie: esiste la necessità etica di una rinegoziazione ristrutturante ed improntata ad equità e solidarietà, degli accordi investiti dalla pandemia.

A suo parere questa emergenza cambierà definitivamente alcuni aspetti del lavoro di avvocato?

In parte credo che molte delle tecnologie usate in questo periodo -per consentire le riunioni anche con certo tipo di clienti e per certo tipo di assistenza- diverranno routinarie. Come pure il lavoro da casa, in certi frangenti, non sarà più considerato come "strano", soprattutto se si vuole stare concentrati a scrivere: il che in certi momenti, in studio è più difficile per le telefonate e le inevitabili interruzioni. A tale proposito dico, con divertimento e come battuta, di considerarmi una vera "antesignana" perchè essendo anche madre, quando i ragazzi erano più piccoli, mi ero organizzata per scrivere da casa gli atti più complessi ed assicurare così loro la mia presenza "fisica". Non credo, invece, nell'efficacia di talune udienze, dove occorre il confronto giuridico fra le parti, svolte da "remoto" e mi pare che possano compromettere sia il contraddittorio, sia lo scambio equo fra le parti.

 

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