04 Ottobre 2022

Intervista a Irene Boni, AD di Talent Garden

REDAZIONE

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La mission di Talent Garden è accompagnare la crescita di persone e organizzazioni creando opportunità di formazione e networking nell’ecosistema digitale: una mission che potremmo dire in linea con la sostenibilità e i parametri ESG. Qual è la vostra posizione su questo tema?

La formazione è sicuramente un tassello fondamentale nelle politiche ESG perché rappresenta un importante investimento sulle persone, soprattutto in questo momento storico e contesto di mercato in cui formazione continua, upskilling e reskilling sono per le aziende e professionisti passi obbligati. Non solo. Se pensiamo più nello specifico alla digital education di cui ci occupiamo, questa si conferma essere lo strumento indispensabile per l’acquisizione delle competenze necessarie per cogliere al massimo tutte le potenzialità che il processo di digital transformation offre.  Rappresenta la possibilità per i professionisti di rimanere competitivi sul mercato e per le aziende di valorizzare le risorse interne. Lavoriamo, infatti, a percorsi formativi al fianco di realtà lungimiranti che, non volendo perdere il prezioso know how delle risorse da più tempo in azienda, investono costantemente in formazione per fornire competenze attuali e necessarie. Infine, la formazione rappresenta un’importante leva di inclusione e può davvero contribuire a colmare il gender gap. Può far sì che le donne si dotino delle giuste competenze, arrivando a ricoprire posizioni manageriali e svolgendo lavori soddisfacenti, occupando giustamente un ruolo da protagoniste. Ma anche, grazie a questa, è possibile abbattere confini sociali e geografici offrendo ai talenti pari opportunità a prescindere da dove si trovino.

 

Oggi Talent Garden è tra le più grandi community in Europa di innovatori dell’ecosistema tech. A vostro avviso che ruolo gioca la digitalizzazione nel perseguimento degli standard ESG?

La digitalizzazione gioca un ruolo, direi, imprescindibile nel perseguimento degli standard ESG. In Talent Garden, significa offrire alle nostre persone la possibilità di lavorare in team ovunque, convinti che il modo di lavorare sia definitivamente cambiato e consapevoli che sia importante garantire ai nostri talenti il giusto work-life balance. Significa promuovere inclusione diffusa verso i nostri studenti a cui diamo la possibilità di accedere alla nostra offerta formativa in modalità ibrida - sia online che in presenza.

Parlando di inclusione, non è da tralasciare il grande impegno che mettiamo, insieme ai nostri partner, per creare o reinventare i professionisti del digitale. Penso ad esempio Digital Restart, percorso voluto da Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking dedicato a i lavoratori over 40 che sono rimasti senza un’occupazione anche a causa della pandemia.  Il Master in Data Analysis, che prenderà il via a inizio novembre, è totalmente gratuito grazie alle 25 borse di studio (che si aggiungono alle 50 già assegnate), ed è destinato ai professionisti tra i 40 e i 50 anni, domiciliati o residenti in Lombardia, che vogliono approfondire il settore dell’analisi dei dati in ambito aziendale.

 

Quale operatore europeo di digital education, quanto è fondamentale oggi per un business porsi obiettivi di sostenibilità?

E’ fondamentale. Oggi le politiche ESG rappresentano per le aziende una leva importante non solo per generare consenso nei propri stakeholder, ma anche in ottica di retention delle risorse e fondamentali per l’attrazione dei talenti che, da quello che osserviamo in Talent Garden, sono alla ricerca di realtà con le quali condividere visione e valori. La strada è tracciata. Oggi, deve esserci la consapevolezza che le imprese, siano queste B2C o B2B, non possono più sviluppare un progetto, realizzare un nuovo prodotto o servizio, avviare un processo o stringere un accordo con un nuovo fornitore senza essere guidati da un approccio che abbia al suo centro la sostenibilità. Le realtà che hanno maggior successo in questo senso sono quelle che sono riuscite a creare una cultura aziendale diffusa e condivisa da tutto il management che, oggi, sono chiamati a raggiungere non solo obiettivi economico-finanziari ma anche ambientali.

Ma questa nuova vocazione non può essere improvvisata e richiede figure professionali con conoscenze e competenze adeguate in grado di rispondere alle nuove sfide. Con questa consapevolezza abbiamo messo a punto insieme al gruppo GEDI per Italian Tech Academy, il Digital Sustainable Master che ha già ricevuto oltre 700 richieste di partecipazione. Il percorso è rivolto, non solo ai professionisti di varie aree aziendali che desiderano approfondire il tema della relazione tra sostenibilità e digitale ma anche ai Sustainability Manager e Innovation Manager che scelgono di completare il proprio profilo e ai professionisti di aree affini che vogliano affrontare un percorso in questo campo.

 

Sono molte le startup che iniziano la loro attività nel business della sostenibilità? Cosa emerge dal vostro osservatorio? Quello che osserviamo in Talent Garden è sicuramente un grande fermento nel mondo della sostenibilità sotto diversi punti di vista. C’è grande attenzione a tutto il filone dell’agritech per il quale lo sviluppo di tecnologie in grado di rendere l’agricoltura più efficiente e sostenibile è fondamentale. Con questo focus è nata proprio in Talent Garden xFarm che ha realizzato un software destinato alle aziende agricole e in grado di mettere in connessione tutti i dati raccolti per definire e pianificare in modo più efficace le attività. Abbiamo visto crescere con orgoglio anche Ecovadis, oggi tra i più grandi player al mondo ad offrire sistemi di valutazione di sostenibilità aziendale e che dalla sua nascita ha già analizzato a livello globale oltre 90.000 realtà.

 

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