19 Giugno 2023

Quando la certezza del diritto diventa un problema. Il mercato legale al tempo dell’intelligenza artificiale

ALESSANDRO RENNA

Immagine dell'articolo: <span>Quando la certezza del diritto diventa un problema. Il mercato legale al tempo dell’intelligenza artificiale</span>

Abstract

Si parla molto di intelligenza artificiale e mercato legale in una prospettiva riduttiva, soffermandosi su aspetti di processo più che su impatti di sistema. In realtà l’intelligenza artificiale sembra in grado di trasformare la nostra industry dalle fondamenta.

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Secondo Goldman Sachs l’intelligenza artificiale cancellerà nel breve circa 300 milioni di posti di lavoro e tra gli ambiti più colpiti vi sarà quello delle professioni legali: il 44% delle attività degli avvocati potrebbe essere sostituito dall’intelligenza artificiale generativa (Goldman Sachs_BBC).

Report del genere colgono un aspetto molto importante ma tutto sommato già abbastanza noto del “problema”: se un’attività legale può essere svolta dall’intelligenza artificiale più velocemente, con meno errori e più economicamente, a cosa servirà un avvocato? Probabilmente soprattutto a organizzare il lavoro dell’intelligenza artificiale e ad assumere la responsabilità dei relativi output (assurance).

In uno scenario del genere il futuro sembra appannaggio di operatori con una natura ibrida di studio legale e software house, con leader dotati di competenze di project management e struttura da grande azienda (recenti fusioni sembrano andare in questa direzione: Allen_Shearman). Un mercato, se questa previsione fosse vera, con confini sempre più evanescenti tra legal e legal tech.

Né pare che l’aspetto empatico e “umano” della professione possa rappresentare un vero argine a questo scenario: a leggere l’intervista con LAMDA di Google, non pare difficile immaginare un’intelligenza artificiale (con volto umano) che a una competenza ineguagliabile aggiunga capacità di dialogo superiori a quelle di molti esseri umani.

E tuttavia non mi sembra che queste prospettive, preoccupanti per chi ambisca al perpetuarsi dello status quo, possano davvero esaurire gli impatti dell’intelligenza artificiale sul mercato legale come oggi lo conosciamo.

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Se pensiamo al contenzioso, l’avvocato è colui che con competenza e acume può indirizzare le sorti a favore del suo assistito, valorizzando punti forti e gestendo al meglio punti deboli della posizione del cliente, attaccando con efficacia la posizione di controparte dove è opportuno farlo. Semplificando un po', un avvocato siffatto è qualcuno che governa fatto e diritto in modo ottimale per arrivare al risultato desiderato dal suo cliente, prevalendo sulla controparte. Un bravo avvocato fa la differenza, lo pensiamo tutti.

Ebbene, ma quale spazio avrebbe il contenzioso in un contesto nel quale l’intelligenza artificiale fosse in grado di interpretare fatto e diritto sulla base di un set di sentenze, opinioni e punti di vista che comprende tutto ciò che esiste sulla fattispecie in questione? Se un’intelligenza artificiale disponibile su larga scala arrivasse a indicare “chi ha torto e chi ha ragione” sulla base degli orientamenti applicabili a quel tipo di fattispecie, esprimendo in modo chiaro le chances di successo delle parti coinvolte, quanti operatori con chances ridotte avvierebbero un contenzioso scommettendo sulla giurisprudenza minoritaria o su un cambio di indirizzo dei giudici (e sapendo che l’altra parte ha a disposizione lo stesso set di informazioni)? Il contenzioso è sempre meno (Altalex) e l’intelligenza artificiale lo ridurrà ancora perché ridurrà gli spazi di incertezza e il “senso” di litigare.

Non diverso è per la contrattualistica: definire l’assetto migliore tenuto conto della situazione di fatto e degli obiettivi delle parti potrebbe diventare un’operazione automatica sulla base di dati che riguardano innumerevoli situazioni dello stesso tipo. Se l’intelligenza artificiale fosse in grado di trovare l’assetto migliore tra due parti che hanno obiettivi e punti di partenza dati quale spazio resterebbe per la fantasia e l’abilità degli avvocati? Qui non è in gioco l’automazione del drafting contrattuale  - tema fin troppo esplorato - quanto piuttosto il ruolo dei professionisti nella definizione degli assetti negoziali e il concetto stesso di negoziazione.

Il mondo legal con l’intelligenza artificiale è un mondo con più certezze, in cui il diritto rischia di assomigliare sempre più alla matematica. Le conseguenze sono tutte da indagare e, oltre che di processo, sono di sistema.  

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