27 Novembre 2023

Il futuro dell’avvocatura parte dai giovani: highlights del XXVII Congresso AIGA

REDAZIONE

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Abstract

Si è concluso sabato 18 novembre il XXVII Congresso Ordinario dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati, organizzato a Bari, in media partnership con 4cLegal. Con la partecipazione degli esponenti delle principali istituzioni del mondo forense e dei più alti rappresentanti della giustizia, il Congresso ha rappresentato per AIGA la fine del biennio 2021-2023 presieduto da Francesco Paolo Perchinunno, dando inizio al mandato del bergamasco Carlo Foglieni.

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Dal 16 al 18 novembre, il capoluogo pugliese ha accolto oltre 900 giovani avvocati da tutta Italia per il XXVII Congresso Ordinario AIGA. Padrone di casa, il presidente uscente Francesco Paolo Perchinunno, che ha salutato l’associazione con un ultimo, grande evento, nella splendida cornice del teatro comunale Nicolò Piccinni: una tre-giorni per discutere del presente e del futuro della professione forense, ripercorrendo gli ultimi due anni di lavoro di AIGA. L’evento – accompagnato da un parallelo FuoriCongresso – ha beneficiato del patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, e ha visto intervenire alcuni tra i principali rappresentanti del mondo della giustizia.

 

La giovane avvocatura guida il cambiamento

Hanno aperto il Congresso i consueti saluti istituzionali, introdotti da Perchinunno con la lettura di un messaggio da parte del Presidente del Senato Ignazio Larussa. Ai giovani avvocati si riconosce il ruolo chiave di «interlocutori autorevoli e di grande valore strategico» ha scritto Larussa, «specie per quanto concerne le istanze della nostra professione e la valorizzazione della formazione e della specializzazione dei giovani che si apprestano ad entrarvi». Un ruolo fondamentale soprattutto in un momento storico in cui si respira una generale disaffezione verso la professione, come a più riprese denunciato durante il Congresso.

«Il nostro mondo vive un momento complicato» ha evidenziato Franco Cassano, Presidente della Corte d’Appello di Bari. «Mancano i magistrati, l'ufficio del processo è già in crisi, non ci sono gli stagisti, mancheranno i giudici ausiliari». Roberto Rossi, procuratore della Repubblica di Bari, aggiunge: «Dobbiamo difenderci con forza da un attacco sottile alla giurisdizione. Dobbiamo essere uniti per difendere la dignità di ciò che siamo». Da Bari si riparte, ha concluso Daniele Lucente, presidente AIGA Bari, che ha lanciato un appello: «chiediamo alle istituzioni e al ministro Nordio di essere ascoltati».

E le istituzioni non hanno tardato a rispondere. «Per la giustizia ci sono tanti fondi» ha affermato Anna Rossomando, Vicepresidente del Senato, «ma è importante come li si impiega. Nel 2024 dobbiamo aumentare le unità nell'ufficio del processo, ridurre l'arretrato nei tribunali civili, penali e nelle corti d'appello: è importante un cambiamento di direzione forte, e una delle occasioni può essere la legge di stabilità. Si preveda la stabilizzazione degli assunti nell'ufficio del processo, al momento a termine, le cui professionalità sono fondamentali». Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Dellevedove ha posto poi l’accento sulla necessità di rivedere la geografia giudiziaria «che ha privato tanti territori di presidi di giustizia». Da Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, l’appello per infrastrutture più efficienti, per cui il Parco della Giustizia previsto a Bari sarà un passo fondamentale.

 

L’intervista al Ministro della Giustizia

Al Congresso barese di AIGA è intervenuto anche il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervistato durante l’ultima giornata da Francesco Giorgino. L’intervista è stata una sintesi dei temi affrontati nel corso della tre-giorni. Riprendendo quanto già sottolineato dai relatori che lo hanno preceduto, il Ministro ha innanzitutto evidenziato l’urgenza di efficientare la macchina giudiziaria: «Stiamo lavorando molto intensamente, purtroppo gli obiettivi della giustizia fissati nel PNRR sono difficili da concordare ed eseguire, i tempi sono stringenti e le risorse limitate. La lentezza dell’attuale sistema ci costa due punti di Pil, per questo la nostra priorità deve essere quella di renderla più efficiente».

Raccogliendo la provocazione del Sottosegretario alla Giustizia, il ministro ha toccato anche il tema della revisione della geografia giudiziaria. «La revisione delle circoscrizioni è oggetto di studio, in passato probabilmente sono stati eliminati dei tribunali che andavano mantenuti. Sul punto non abbiamo una risoluzione ma la stiamo studiando, è indispensabile ascoltare tutte le parti per capire realmente le esigenze dei territori. La giustizia di prossimità è condizione essenziale».

Altro punto chiave su cui si è soffermata l’intervista è quello delle carceri, analizzato da AIGA stessa nel corso del biennio 2021-2023 attraverso l’ONAC (Osservatorio Nazionale AIGA sulle Carceri). «Vi sono differenze enormi tra carceri e carceri in Italia» rileva Nordio. «In alcune gli spazi sono angusti e si verificano tensioni e rivolte, altre sono carceri modello. Se vogliamo modulare il senso della sicurezza nella prospettiva della rieducazione del detenuto dobbiamo trovare carceri con spazi ampi, che consentano sia il lavoro del detenuto, che va retribuito, sia l'attività sportiva che serve a rilasciare tensione». Diverse le soluzioni in programma: il tema è nell’agenda del governo.

 

L’evoluzione del linguaggio dei giuristi: l’intervento di Gianrico Carofiglio

Altro highlight del Congresso è stato l’intervento dello scrittore Gianrico Carofiglio che ha proposto un approfondimento dal titolo “Con parole precise. Conversazione sul linguaggio dei giuristi”. Una conversazione molto onesta e coinvolgente, con cenni di linguistica estremamente chiari, che prende le mosse da «una premessa di realismo: l’idea che tutto debba essere a tutti i costi comprensibile da tutti è una sciocchezza, una banalità. Perché tutti sappiamo che quello del diritto è un linguaggio tecnico e, come tale, si avvale di termini ed espressioni che esistono solo in quello specifico territorio linguistico, sconosciuti o comunque difficilmente accessibili ai non addetti ai lavori. In altre parole, la lingua dei giuristi ha un tasso di inevitabile oscurità».

Talvolta, però, ha sottolineato Carofiglio, questa oscurità non è necessaria, anzi complica un discorso che potrebbe tranquillamente essere espresso in una forma più semplice e, di conseguenza, più chiara. Ciò non vuol dire scadere in un «linguaggio da bar», vuol dire solo interrogarsi sull’effettiva necessità di ricorrere a determinati termini, espressioni e giri di frasi. Lo scrittore ha portato l’esempio del termine “escussione”, interrogando il pubblico sulla sua natura: siamo sicuri si tratti di un tecnicismo in senso stretto? O che non sia piuttosto uno “pseudo-tecnicismo”? È proprio dagli pseudo-tecnicismi che i giuristi, secondo Carofiglio, devono diffidare: «questi termini non fanno altro che conferire al discorso un’apparenza di tono alto, una presunta aristocrazia linguistica», rendendolo meno trasparente e fruibile, talvolta anche agli stessi addetti ai lavori. Molti gli esempi portati dallo scrittore e molte le riflessioni proposte: «L’inguaribile bruttezza della lingua dei giuristi è che viene utilizzata in modo inconsapevole». L’auspicio è che la conversazione tenuta al XXVII Congresso AIGA porti a un approccio nuovo.

 

Un nuovo biennio per AIGA

Il nuovo biennio AIGA – che sarà presieduto dal bergamasco Carlo Foglieni, eletto in chiusura del Congresso – si prospetta, infine, già ricco di importanti risultati. La firma del protocollo con ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ne è la prima dimostrazione. L’intesa siglata proprio sul palco del Teatro Piccinni, spiega Antonio Decaro, Presidente ANCI, «avvierà un percorso per impegnare le amministrazioni comunali ad adottare criteri di rotazione delle professionalità, di trasparenza, di meritocrazia, di equo compenso nell'affidamento degli incarichi, in particolare nella valorizzazione dei giovani professionisti nel nostro paese».

Proseguirà dunque il lavoro dell’AIGA, che dovrà – come ha sottolineato Foglieni nel discorso di insediamento – assumere in modo ancor più incisivo «il potere e la responsabilità di traghettare l'avvocatura finalmente nel "terzo millennio", accompagnandola verso un modo di svolgere la professione più al passo con i tempi e incline alla domanda dei servizi legali: un avvocato internazionale, europeo, digitale, qualificato e specializzato che, tramite lo strumento della rete tra professionisti, sappia conquistare vecchi e nuovi spazi di mercato, a partire da quelli legati alla consulenza ed all'assistenza stragiudiziale».

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