04 Gennaio 2024

Rassegna ESG: cambiamento climatico, disuguaglianze sul posto di lavoro e certificazioni ambientali

REDAZIONE

Immagine dell'articolo: <span>Rassegna ESG: cambiamento climatico, disuguaglianze sul posto di lavoro e certificazioni ambientali</span>

Abstract

Una selezione di notizie in materia di sostenibilità a cura della nostra redazione. Una news per ciascuna lettera dell’acronimo ESG, per riflettere sulle più recenti evoluzioni in materia di tutela dell’ambiente, valorizzazione delle persone e qualità dei processi aziendali.

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E – Environmental. The State of Climate Action: necessaria una maggiore ambizione nell'azione per il clima

Il report “The State of Climate Action” realizzato dal World Economic Forum offre una fotografia dello stato dell’azione climatica a livello globale. Dal report emerge con chiarezza l’urgenza di apportare correzioni significative al fine di conseguire l’obiettivo di contenere l’innalzamento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C, come stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015.

I progressi compiuti finora sono ancora troppo limitati:

  • Meno del 20% delle prime 1.000 aziende al mondo ha infatti fissato dei science-based target, ossia degli obiettivi di riduzione delle emissioni scientificamente in linea con l’obiettivo di 1,5°C;
  • Circa il 40% non ha assunto alcun impegno per azzerare le proprie emissioni nel medio-lungo termine;
  • Meno del 10% ha dei piani di transizione al Net Zero che siano pubblici.

Inoltre, risulta ancora mancante oltre il 50% dei finanziamenti necessari per affrontare il cambiamento climatico, con lacune particolarmente pronunciate nelle tecnologie e nelle infrastrutture. Queste, infatti, allo stato di sviluppo in cui sono attualmente, riescono a gestire solamente la metà delle emissioni da abbattere.

Anche gli impegni dei singoli Stati sono insufficienti: solo il 35% delle emissioni è coperto da un piano nazionale per il Net Zero entro il 2050, e solo il 7% da Paesi che affiancano obiettivi concreti a politiche ambiziose.

L’obiettivo del report è quello di promuovere la correzione immediata della traiettoria di decarbonizzazione attuale, poiché ogni decimo di grado scatena impatti climatici su scala esponenziale. È necessario quindi raddoppiare gli sforzi di mitigazione, anche attraverso una maggiore collaborazione tra Paesi, aziende e settori.

 

S – Social. Lavoro: in Italia cresce l’occupazione ma persistono le disuguaglianze 

Nell’agosto 2023, l’Italia ha registrato il livello di disoccupazione più basso dal 2009. Nonostante il risultato positivo, il Paese continua a rimanere nelle ultime posizioni della classifica europea, presentando inoltre un mercato del lavoro ancora troppo poco equo, sia in termini occupazionali sia retributivi.

Secondo l’Osservatorio dipendenti nel settore privato dell’INPS, pubblicato a novembre 2023, nel 2022 oltre il 57% dei lavoratori dipendenti era di sesso maschile. Oltre la metà (55%) risiedeva nelle regioni settentrionali del Paese, generando una forte disparità soprattutto con il Sud e le isole che contavano rispettivamente il 16,9% e poco più del 7% dei lavoratori.

Le disuguaglianze geografiche seguono la stessa logica anche per le retribuzioni: se al Nord la media di retribuzione lorda annua supera i 26.000 euro (sfiorando i 27), al Sud si resta al di sotto dei 17.000 euro. Le categorie più precarie con gli stipendi più esigui sono quelle rappresentate dai lavoratori occasionali e dai somministrati.

Anche sul fronte della parità di genere i passi in avanti sono pochi e la differenza con il resto d’Europa si fa sentire. In Italia infatti ogni anno le donne guadagnano in media 7.922 euro lordi in meno rispetto ai propri colleghi di sesso maschile, pari a un mese e mezzo di lavoro.

Luci e ombre dunque sul mondo del lavoro italiano: molte le misure necessarie da parte non solo delle istituzioni ma anche dei datori di lavoro. I lavoratori sono costretti a occupazioni precarie, con basse retribuzioni e disuguaglianze sia di genere sia geografiche, a cui si aggiungono le poche prospettive di carriera che spesso portano alla fuga dei cervelli verso la ricerca di occupazioni più dignitose.

 

G – Governance. Certificazioni ambientali: un vantaggio competitivo per le aziende 

Le certificazioni ambientali, che si dividono principalmente in certificazioni di prodotto e di processo, costituiscono un ottimo strumento in mano alle aziende per accrescere la responsabilità rispetto alle proprie performance ambientali, migliorarne la gestione e assicurare elevati standard di prestazione grazie alla verifica e approvazione di soggetti terzi indipendenti.

I benefici si estendono oltre i confini aziendali: ad esempio, le aziende certificate riescono ad accedere a nuovi mercati, appalti e finanziamenti, coinvolgono attivamente i propri stakeholder e acquisiscono maggiore competitività. In particolare, le aziende che possiedono certificazioni ambientali sono particolarmente ricercate dalle imprese che necessitano di partner commerciali responsabili e virtuosi.

Con la crescente attrattività delle certificazioni ambientali e l’aumento della domanda di trasparenza nelle supply chain, è auspicabile che sempre più aziende intraprendano un percorso di certificazione, per espandere i propri interessi commerciali, soddisfare principi valoriali o, più semplicemente, per evitare di essere escluse dal mercato nel lungo termine.

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